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Sacro Monte di Ossuccio
fa parte del gruppo dei nove Sacri Monti prealpini inseriti nel 2003 dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'umanità. La chiesa, il Santuario della Beata Vergine del Soccorso, è stata costruita su terreno impervio, su rocce di aspra e selvaggia bellezza, dove già sorgeva un precedente edificio di culto: il suo corpo principale fu completato nel 1537. Le quattordici cappelle, tutte costruite tra il 1635 e il 1710, a pianta centrale, sono in stile barocco impreziosite da 230 statue in stucco e terracotta, a grandezza naturale, realizzate da diversi artisti: Agostino Silva, Carlo Gaffuri e Innocenzo Torriani.
Villa Pessina
La villa venne eretta negli anni 1920 su commissione della famiglia Pessina. Non si hanno notizie certe circa l'identità dei progettisti, ma la somiglianza stilistica alla più celebre Villa La Gaeta, opera dei fratelli Gino e Adolfo Coppedè ha alimentato nel tempo critiche di plagio, forse addirittura sfociate in cause legali, anche se mancano notizie certe a riguardo. È certo, invece, che la villa venne realizzata dalla medesima azienda edile di Villa La Gaeta.
Villa Aureggi
La villa venne eretta nel 1886 su commissione della famiglia Aureggi.
Torre di Villa
La torre è stata oggetto di un intervento di restauro eseguito nella seconda metà del XX secolo nel corso del quale sono stati rilevati indizi che sembrano indicare che l’edificio fu interessato da un grosso incendio. Lenno.
Chiesa collegiata di Santo Stefano e Battistero di Santo Stefano
Abbazia dell'Acquafredda
La chiesa dell'abbazia, nata come un edificio romanico, fu rimaneggiata nel XVII secolo e ristrutturata nel 1774. Della struttura romanica originaria resta oggi solo un'abside
Chiesa di Santa Maria Maddalena a Ossuccio
Oratorio di San Giacomo
Chiesa dei Santi Sisinnio e Agata
Nata sulla base di un sacello paleocristiano, la chiesa, in origine in stile romanico, fu oggetto di numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
Nota anche come chiesa di Sant'Agata, internamente conserva un'ara del II secolo, un'acquasantiera romanica scolpita e resti di affreschi databili tra i secoli XIV e XV. Uno degli affreschi riporta una Crocifissione in cui l'aureola di Gesù racchiude una porzione di croce nella quale sono raffigurate una serie di torri merlate.
Abbazia di San Benedetto in Val Perlana
Parrocchiale di Sant'Eufemia
La chiesa di Sant'Eufemia fu costruita in stile romanico dai profughi scampati dalla distruzione dell'Isola Comacina del 1169. Dal 1178 adempì ufficialmente le funzioni di chiesa matrice della pieve d'Isola. La dedicazione a Sant'Eufemia deriva proprio dall'omonima basilica isolana, dalla quale proviene anche la lapide della tomba del vescovo Agrippino. È probabile che la chiesa sia un rimaneggiamento della chiesa di San Salvatore, già esistente al tempo della devastazione e attestata almeno fino al 1195. Al 1326 risale invece la costruzione del coro, tuttavia modificato nel 1874 e nel 1957.
Dietro la chiesa si trovava un tempo il battistero di San Giovanni Battista, poi incorporato in un'abitazione privata.
All'interno, oltre a resti di intonaco del periodo romanico, si conservano un'acquasantiera di età rinascimentale e un Crocefisso del XVI secolo. Le cappelle laterali, tra le quali spicca quella dedicata a san Carlo Borromeo, furono ornate nel XVII secolo.
Parrocchiale di Sant'Abbondio
La chiesa fu realizzata a cavallo dei secoli XVII e XVIII , con un rilevante contributo economico da parte di alcuni emigrati, e fu completata nel 1724. Al suo interno, conserva decorazioni di Giulio Quaglio il Giovane.
Ex-chiesa di Sant'Abbondio
Chiesa dell'Addolorata
FRAZIONI
Lenno
Il toponimo deriverebbe da Lemnos e sarebbe da attribuire alla presenza di alcuni coloni, provenienti dall'omonima isola greca, inviati sul territorio per volere di Gaio Giulio Cesare.
Nel I secolo d.C., l'istmo del promontorio di Lavedo ospitava la villa denominata "Commedia" di Plinio il Giovane in contrapposizione alla villa denominata "Tragedia" in posizione più elevata.
Campo fu teatro di battaglia durante la guerra decennale tra Como e Milano, fra il 1118 e il 1127, quando partecipò alla guerra contro l'Isola Comacina, alleata dei milanesi. A Campo i richiami alla storia sono tanti, in un tratto dell'antica via Regina inserita nel nodo di stradine che costituiva il "Castrum romano" troviamo piazza Campidoglio che ci ricorda che da qui sono passate le legioni romane e ai tempi di Giulio Cesare i coloni greci provenienti dall'isola di Lemnos che hanno dato il nome a Lenno. All'epoca romana risalgono alcune tombe antiche, rinvenute presso la Chiesa Collegiata di Santo Stefano.
La strada che dalla via Regina va al lago è intitolata al capitano Mattia del Riccio incaricato nel 1178 dalla Repubblica delle tre Pievi (Gravedona Dongo, Sorico) di contrastare il passaggio verso la Germania dei tesori razziati a Milano dal Barbarossa.
Lenno fu comune autonomo dal 21 gennaio 2014. L’aggregazione con le altre frazioni del comune moderno ha comunque antiche radici, tanto da essere già stata sperimentata in epoca napoleonica e fascista.
Ossuccio
Ossuccio si affaccia sulla cosiddetta Zoca de l'Oli, un golfo del Lago di Como così denominato per via della notevole tranquillità delle sue acque, appunto "lisce come l'olio". È questa una zona che gode di clima talmente mite da favorire la fioritura di essenze mediterranee, ma anche una terra ricca di storia, leggende e monumenti come ad esempio il famosissimo campanile di epoca romanica, situato presso l'oratorio di Santa Maria Maddalena, di fronte a Villa Leoni.
Ossuccio è una località antichissima la cui storia si fonde con quella dell'Isola Comacina. Abitata sicuramente sin dall'Età del Bronzo, e luogo di transito per i valichi alpini (Septimer in val Bregaglia e Spluga) fin da epoche anche più remote, presenta una necropoli dell'Età del Ferro con tombe risalenti al III secolo a.C., di epoca cioè insubrica, rinvenute nel 1907. Fonti romane attestano che a quell'epoca Ossuccio apparteneva al potente clan celtico degli Auxucii (pron.: ossuci), federato agli Insubri, menzionato in una lapide romana del II secolo a.C. conservata nella chiesa dei SS. Agata e Sisinio. L'etimologia di Ossuccio deriva proprio da questa antica tribù.
Successivamente alla conquista romana (196 a.C.), divenne un pagus iscritto come "Ausucium", secondo la traslitterazione latina, e gli abitanti Ausuciates. Conferma di ciò si ritrova in un'iscrizione del II-III secolo rinvenuta nella chiesa dei Santi Sisinnio e Agata.
L'isola Comacina, sede di un importante pieve durante i primi secoli del cristianesimo, fu fortificata dai Bizantini, successivamente sconfitti dai Longobardi di Autari (588) che ebbero il privilegio di assegnare il nome al paese. Nei secoli seguenti, il fatto di essere divenuta il rifugio più sicuro di re e duchi con le loro corti e tesori, le valse l'appellativo di Crisopoli, città dell'oro. Durante la guerra decennale parteggiò per Milano ma concorse con la propria flotta alla sconfitta della città, che nel 1169 si prese la rivincita, occupando violentemente l'isola e costringendo gli abitanti a disperdersi sulle coste prospicienti: la chiesa plebana fu ricostruita in località Balbiano (da allora ribattezzata "Isola"), mentre gli abitanti si trasferirono a Varenna, che divenne così noto come Insula Nova.
Il nome di Ossuccio è spesso menzionato nelle guerre pressoché costanti tra Guelfi e Ghibellini, tra Como e MIlano, tra i Comuni e l'Impero che dilaniarono quasi tutta l'Italia settentrionale tra i secoli XII e XV. Oltre all'occupazione dell'Isola Comacina da parte dei Milanesi sopra detta, nel 1348 tutto il territorio del lago fu flagellato dalla Peste Nera (descritta da Boccaccio e Petrarca) e lo storico Cesare Cantù riporta che a Ossuccio, su 50 famiglie (allora si chiamavano "fuochi") ne sopravvissero solo 5. Nel 1416, Lotario Rusca, signore di Como, attaccò il borgo di Ossuccio che parteggiava per Milano e lo incendiò.
Seguì la dominazione del Ducato di Milano sotto i Visconti prima e gli Sforza poi; quindi, nel 1559, tutta la Lombardia occidentale cadde sotto il dominio spagnolo, rimanendovi sino al 1714, quando passò all'Impero Austriaco. Da allora Ossuccio seguì le vicende storiche del resto della regione. Dal 21 gennaio 2014 è parte del nuovo comune, di cui è l’unica frazione a non avere precedenti legami storici con le altre tre.
Mezzegra
La più antica menzione storica di Mezzegra è costituita da un documento datato 1049.
Schierato dalla parte di Milano durante la guerra decennale, il paese di Mezzegra fu successivamente interessato dalle dispute che videro contrapposte le nobili famiglie comasche dei Rusconi (ghibellini) e dei Vittani (guelfi).
Dal 21 gennaio 2014 Mezzegra è frazione del comune di Tremezzina, una comunità già esistita in epoca napoleonica e in epoca fascista.
Tremezzo
Sul territorio di Tremezzo sono stati riportatti alla luce reperti di epoca preromana e, nella località di Intignano, alcune tombe romane.
Durante la guerra decennale, Tremezzo subì per ben due volte un saccheggio da parte delle truppe di Como.
Dal 1808 al 1816 e dal 1928 al 1947 Tremezzo fu già due volte la sede dell'ampliato comune Tremezzina.
STORIA
Il legame fra Lenno, Mezzegra e Tremezzo affonda nei secoli medievali, quando la pieve di Lenno eleggeva un sindaco generale sopra le tre singole comunità. Il primo comune unico fu il risultato del decreto napoleonico del 14 luglio 1807, poi annullato nove anni dopo dagli austriaci.
Il comune di Tremezzina venne istituito nel 1928, in seguito alla fusione dei comuni di Lenno, Mezzegra e Tremezzo.Il 28 aprile 1945 Benito Mussolini e Claretta Petacci furono fucilati nel paese che allora era conosciuto come Mezzegra. Venne soppresso nel 1947, e al suo posto furono ricostituiti i comuni preesistenti.
Il comune è stato istituito nuovamente nel 2014 dalla fusione dei comuni di Lenno, Mezzegra, Ossuccio e Tremezzo.
L'iter ha previsto nei quattro enti un referendum consultivo, svoltosi il 1º dicembre 2013, in cui il 63% dei votanti si è espresso favorevolmente al progetto d'istituzione.
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