MANTOVA


MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

 Casa del Mantegna

Museo di Palazzo Ducale e Castello di San Giorgio

Palazzo del Te

Palazzo D'Arco

Palazzo Castiglioni Luxuy Suite e location per eventi

Palazzo Valenti Gonzaga B&B

Osteria dell'Oca

Palazzo Andreani

detto anche "palazzo della camera di commercio" – via Calvi. L'edificio, inizialmente denominato "Palazzo della Borsa", fu costruito tra il 1911 e il 1914 su progetto dell'architetto Aldo Andreani e rappresenta tutte le ambizioni dell'imprenditoria artigianale-industriale Mantovana dell'epoca. Fu inaugurato il 1º ottobre 1914. Antistante vi è la Loggia dei Mercanti collegata al palazzo mediante uno scalone a forbice. All'interno i dipinti murali sono opera di Arrigo Andreani (1889 - 1951), fratello dell'architetto, e riproducono, la proclamazione del primo console di Mantova (a destra salendo lo scalone) e una festa popolare per il varo di una grande imbarcazione (a sinistra). ingresso gratuito da lunedì a venerdì 9-12

Casa della Beata Osanna Andreasi Via Pietro Frattini, 9 

La famiglia Andreasi, ricchi proprietari terrieri a Carbonara di Po, si stabilì nella città di Mantova nel 1475 acquistando l'edificio che diventerà dimora della famiglia in Contrada del Cervo (ora Via Frattini) di fronte alla Chiesa di Sant'Egidio. La casa rimase di proprietà degli Andreasi fino al 1780, quando giunse, per dote nuziale, alla famiglia dei conti Magnaguti. L'edificio, risalente ai primi del Quattrocento, fu ridisegnato da Luca Fancelli nella facciata, che presenta un basamento di mattoni a vista, un portale sormontato da un arco a tutto sesto e tre ordini di finestre.

È stata la dimora della beata Osanna Andreasi, beatificata il 24 novembre 1694.

Casa Andreasi è aperta da lunedì a venerdì 10.00 alle 12.30, e il giovedì pomeriggio dalle 17.30 alle 19.00, e su prenotazione. 0376 322297

Palazzo di San Sebastiano Museo

fu costruito tra il 1506 e il 1508 per volere del marchese Francesco II che lo abitò e vi morì nel 1519. Fu utilizzato dai Gonzaga per trent'anni e già nel 1536 abbandonato e spogliato dai successivi duchi.
Nel salone principale del palazzo vi erano le nove tele del Mantegna raffiguranti I Trionfi di Cesare che furono vendute alla corona inglese ed oggi sono conservate ad Hampton Court. Subì molteplici trasformazioni fino al 1998 quando sono iniziati i restauri. Dal 2005 è adibito a Museo della Città. Nelle sale che conservano ancora tracce di affreschi del glorioso passato come la Camera del Crogiuolo, la Camera delle Frecce, la Camera del Sole e nella Loggia dei Marmi, sono esposti dipinti, statue, busti, fregi e altri reperti architettonici.

Largo XXIV Maggio, 12
46100 Mantova (MN)

Biglietteria e informazioni
Tel. +39 0376 0376 367087

Teatro Bibiena

 fu realizzato su commissione del conte Carlo Ottavio di Colloredo, allora rettore dell'Accademia dei Timidi da Antonio Galli da Bibbiena nel 1767-69 e decorato, nel 1773-75, con una facciata del Piermarini realizzata da Paolo Pozzo (1741-1803). La finalità principale era quella di ospitare adunanze scientifiche (da qui il nome) ma anche concerti e rappresentazioni. Il Bibiena ideò il teatro, ne diresse i lavori di fabbrica e, con abilità di pittore oltre che di architetto, affrescò personalmente gli interni dei numerosi palchetti con figurazioni monocrome.

Attualmente l'edificio ospita, oltre al Teatro, anche la sede dell'Accademia Nazionale Virgiliana di Scienze Lettere e Arti, la più antica e prestigiosa istituzione culturale della città.

Museo Francesco Gonzaga

Aperto inizialmente nel 1974 come mostra temporanea dal titolo Tesori d'arte nella terra dei Gonzaga, è stato inaugurato come museo permanente nel 1983 ed allestito nell'antico monastero agostiniano di Sant'Agnese.

Il museo è dedicato a Francesco Gonzaga, frate francescano e vescovo della Diocesi di Mantova (1593 - 1620).


Galleria storica dei vigili del fuoco

Il materiale esposto è copioso e vario; si passa da cimeli storici statici come divise, elmetti ed altri attrezzi, ai mezzi a motore (automezzi, natanti e addirittura un elicottero) provenienti da tutto il territorio nazionale. I mezzi di trasporto sono quelli di produzione nazionale ed anche estera purché utilizzati dai vigili del fuoco italiani. Le testimonianze storiche degli oggetti esposti datano fin dai primi anni del settecento, sono presenti carrozze a cavallo e addirittura una pompa trainata a vapore. Si tratta di veri e propri capolavori meccanici dell'epoca per la maggior parte restaurati ed ancora funzionanti.


Casa del Bertani

in via Trieste 8. Fu dimora di Giovan Battista Bertani, architetto al servizio dei duchi Gonzaga, che tra il 1554 e il 1556 trasformò il preesistente edificio del 1300 di proprietà dei marchesi Striggi. Singolare fu l'idea di inserire nella facciata due lapidi con incisi testi di Vitruvio e due colonne ioniche, delle quali una segata a metà con incisioni e decorazioni che didatticamente riportano le regole desumibili dal trattato vitruviano, De architectura. Successivamente la proprietà della casa del Bertani cambiò numerose volte rivivendo una nuova breve stagione artistica quando negli anni cinquanta del XX secolo fu acquistata dal pittore mantovano Vindizio Nodari Pesenti.

Casa di Giulio Romano
sita in via Carlo Poma 18, fu Federico Gonzaga a convincere Giulio Pippi detto Giulio Romano a venire a Mantova. Abbisognando di un'abitazione Giulio Romano, nell'anno 1544, nell'allora Contrada Larga, si costruì la dimora che nonostante un intervento nell'Ottocento dell'architetto Paolo Pozzo, mantiene inalterato lo stile architettonico del Romano.

Casa di Rigoletto

Giuseppe Verdi ne musicò la storia e i mantovani gli diedero la residenza; verso la fine di Piazza Sordello si trova la casa del "Rigoletto", il buffone di corte Gonzaga. Il personaggio ha in realtà poco di mantovano, l'omonima opera di Verdi infatti venne tratta da un dramma di Victor Hugo e riadattata in territorio mantovano, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto.

La struttura quattrocentesca accoglie la scultura del Rigoletto, opera di Aldo Falchi, sistemata nel piccolo cortile interno.

Casa del Mercante

Angolo tra piazza delle Erbe e piazza Mantegna. È detta anche "Casa di Boniforte da Concorezzo", antico proprietario che la fece costruire nell'anno 1455. L'edificio è caratterizzato da una sorprendente facciata tutta in cotto con decorazioni di stile veneziano.

Casa del mercato
in piazza Marconi. L'edificio, presumibilmente corrispondente alla Domus Mercati, fu riedificato nel 1462 dall'architetto Luca Fancelli su committenza del marchese Ludovico Gonzaga. Durante i lavori di restauro (1997-2001), sono tornati alla luce importanti affreschi attribuiti alla scuola di Andrea Mantegna.

Palazzo Municipale
in via Roma 39. È sede di uffici e della sala consigliare del comune di Mantova. Il palazzo che apparteneva dal secolo XV al ramo dei Gonzaga di Bozzolo, dopo numerosi passaggi di proprietà, fu acquistato dalla civica amministrazione nel 1819, la quale ne dispose la ristrutturazione, sia interna che esterna, tra 1825 e 1832, con affidamento dell'incarico all'architetto neoclassico Gian Battista Vergani.

Palazzo del Podestà

detto anche "Palazzo del Broletto", fu costruito nel 1227, committente il bresciano Laudarengo Martinengo nominato podestà di Mantova. Dal 1462 fu sottoposto ad un'importante ristrutturazione a opera di Giovanni da Arezzo su incarico di Ludovico III Gonzaga.

Palazzo della Ragione 

Il palazzo, di epoca comunale, fu edificato nel 1250 per essere la sede della Corte di giustizia, con lo scopo di amministrare la giustizia e di accogliere le pubbliche assemblee. Il “Palatium Novum” aveva uno scopo puramente pubblico, il popolo era chiamato a partecipare alle decisioni più importanti e qui trovava uno spazio coperto dove poteva contribuire all’amministrazione della città. Al suo interno vi è un enorme salone con alcune tracce di affreschi medioevali.

Al di sotto della struttura – che presenta ampi portici di origine quattrocentesca che ospitavano il mercato – vi erano le case/botteghe dei mercanti e dei commercianti. La sua merlatura ghibellina ricorda il periodo in cui la città parteggiava per l’imperatore. A lato la torre dell’orologio costruita nel 1472.

 Torre dell'Orologio

costruita nel 1472 su ordine del marchese LudovicoII prende il nome dall’orologio realizzato da Bartolomeo Manfredi. L’orologio astrologico, con fasi lunari, segni zodiacali, consigli legati alla vita quotidiana segna il sorgere ed il tramontare del sole, segnala inoltre l’influenza degli astri in qualsiasi momento della giornata.

Era ritenuto un orologio “magico” ed inspiegabile dove scienza, astrologia e magia si fondevano insieme per creare un oggetto unico. Oggi è possibile salire all’interno della torre fino ad arrivare alla stanza dove fa bella mostra l’intricato meccanismo più volte restaurato. Salendo fino in cima della torre, si potrà ammirare uno splendido spettacolo della città.


Casa del Rabbino
in via Giuseppe Bertani 54. Fu edificata negli anni intorno al 1680 dall'architetto fiammingo Frans Geffels, a Mantova come prefetto delle Fabbriche Gonzaghesche. Edificio di quattro piani, la facciata è caratterizzata da pannelli in stucco che raffigurano luoghi ed episodi biblici. Fu costruita all'interno del ghetto istituito alcuni decenni prima, accogliendo, come da tradizione, le famiglie dei capi religiosi della folta comunità ebraica mantovana.

palazzo dell'Accademia nazionale virgiliana

L'edificio su due piani con cortile interno e di fondazione medievale, appartenne al conte di Guastalla Ferrante I Gonzaga, figlio di Francesco II Gonzaga e di Isabella d'Este. Ereditato a metà del Cinquecento dal figlio Cesare I Gonzaga, venne da costui utilizzato come sede dell'Accademia degli Invaghiti, fondata dallo stesso Gonzaga nel 1562.
Con l'istituzione nel 1768 dell'Accademia nazionale virgiliana per decreto dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, il palazzo divenne sede dell'accademia stessa. Tra il 1773 e il 1773 l'architetto veronese Paolo Pozzo curò il rifacimento del palazzo in stile neoclassico su progetto di Giuseppe Piermarini.

La facciata del palazzo ingloba anche il Teatro Bibiena, realizzato da Antonio Bibbiena nel 1767-69.

Palazzo Canossa

sito in piazza Canossa. Il palazzo fu costruito nel Seicento su committenza dei marchesi Canossa, famiglia di antica stirpe proveniente da Verona. La facciata, in bugnato, richiama le soluzioni cinquecentesche di Giulio Romano ed è caratterizzata da un portale di marmo guardato a vista da due cani usciti dallo stemma di famiglia. Altro dettaglio di particolare valore architettonico è un monumentale scalone barocco che conduce al piano nobile del palazzo.

Palazzo Capilupi

in via Concezione. Divenne dimora della nobile famiglia Capilupi nel 1414. Il portale d'entrata fu progettato da Giulio Romano.

Palazzo Cavriani

in via Trento. Fu dal Quattrocento dimora della nobile famiglia Cavriani. Venne ricostruito nel 1756 dall'architetto Alfonso Torreggiani. L'esterno presenta una serie di finestre con robuste inferriate, mentre quelle del piano superiore hanno coperture triangolari e a semiluna. L'interno si apre con un ampio salone ricco di stucchi e affreschi di pittori mantovani tra i quali Giuseppe Bazzani e Francesco Maria Raineri.

Palazzo Colloredo

in via Carlo Poma 11. Il palazzo noto anche come "palazzo Guerrieri-Gonzaga", fu acquistato da Giovanni Battista Guerrieri nel 1599 che ne affidò la ristrutturazione all'architetto Antonio Maria Viani. La facciata pre-barocca è caratterizzata e decorata da dodici erme realizzate in malta di calce con una finitura superficiale in marmorino alternanti figure maschili e femminili. Divenuto proprietà dei conti Colloredo con Carlo Ludovico Colloredo marito di Eleonora Gonzaga (1699-1779) della linea di Vescovato, il 30 marzo 1872 viene acquistato dal Comune e destinato a sede degli Uffici Giudiziari del Tribunale. Da allora divenne il "Palazzo di Giustizia" della città.

Palazzo Di Bagno

in via Principe Amedeo 30,32. Palazzo settecentesco ha subito intervento ottocenteschi sui prospetti per opera dell'architetto Giovanni Cherubini. I locali interni sono stati decorati da pittori di valore come Giuseppe Bazzani e Giovanni Cadioli. Attualmente è sede della Prefettura e dell'Amministrazione Provinciale.

Palazzo Sordi

in via Pomponazzo 23. Fu il primo marchese del casato dei Sordi, Benedetto, a volere la costruzione del palazzo omonimo. Commissionò il progetto e il seguimento dei lavori, iniziati nel 1680, all'architetto fiammingo Frans Geffels, prefetto delle fabbriche gonzaghesche. Ne nacque uno dei rari esempi di barocco della città Virgiliana. Di particolare valore sopra il portale d'ingresso, un tondo con La Madonna col Bambinoaltorilievo di Giovanni Battista Barberini, opera inserita in una facciata d'ordine dorico e ad intonaco e parzialmente a bugnato rustico ricca di altre decorazioni e bassorilievi in marmo e stucco. Il Palazzo è privato e quindi chiuso al pubblico.

Pescherie

denominate anche Loggia di Giulio Romano, furono appunto progettate dal grande architetto del manierismo. L'opera, eseguita del 1536, consistette nella trasformazione del ponte medievale che attraversava il Rio con la costruzione di due porticati paralleli che furono destinati al commercio del pesce.

Villa Nuvolari

in viale Piave 28. Originariamente denominata Villa Rossini; fu infatti commissionata dal campione di tiro a volo Romolo Rossini, all'architetto Luigi Corsini, nel 1926. La sua costruzione iniziò nel 1929, mentre negli anni quaranta fu acquistata da Tazio Nuvolari, il quale non vi visse mai, limitandosi ad utilizzarne il giardino come autorimessa. Alla morte del campione automobilistico, la vedova Carolina Nuvolari cedette la villa all'ospedale cittadino Carlo Poma in cambio di un vitalizio. Dal 2005 l'edificio è diventato sede di istituti bancari

Cattedrale di San Pietro (Duomo)

dedicato a San Pietro, l'attuale duomo in stile romanico con aggiunte gotiche, fu costruito tra il 1395 e il 1401 dopo che un incendio, secoli prima, aveva distrutto un precedente tempio paleocristiano. Fu ristrutturato nel 1545 da Giulio Romano, che lasciò intatta la facciata ma modificò le forme, ispirandosi alle basiliche paleocristiane. L'attuale facciata, in marmo di Carrara, risale al 1761. Il fianco presenta inserti gotici come rosoni, cuspidi e pinnacoli, resti dell'antica facciata. All'interno si può ammirare il soffitto a cassettoni che sovrasta le tre navate: la principale è ornata di statue di sibille e profeti risalenti al Cinquecento. Sotto l'altare maggiore è conservato il corpo incorrotto di Sant'Anselmo da Baggio patrono della città. La Cattedrale, ubicata nella monumentale piazza Sordello, è la sede vescovile di Mantova.

Basilica di Sant'Andrea

progettata da Leon Battista Alberti, fu edificata a partire dal 1472 e conclusa 328 anni dopo con la costruzione della cupola su disegni di Filippo Juvarra. Nella cripta è custodita all'interno dei Sacri Vasi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Cristo portato a Mantova dal centurione romano Longino. In una delle cappelle è conservato il monumento funebre di Andrea Mantegna, sovrastato dall'effigie in bronzo del pittore della corte dei Gonzaga.

Basilica palatina di Santa Barbara

chiesa della corte dei Gonzaga fu voluta dal duca Guglielmo che incaricò del progetto l'architetto mantovano Giovan Battista Bertani. Parte integrante del Palazzo Ducale, l'edificazione della chiesa fu conclusa nel 1572.

Rotonda di San Lorenzo

è la chiesa più antica della città, costruita nell'XI secolo durante la dominazione dei Canossa. A pianta centrale rotonda, la Rotonda di San Lorenzo è posta ad un livello più basso di Piazza delle Erbe e conserva al suo interno un matroneo e tracce di affreschi di scuola bizantina risalenti ai secoli XI-XII. Nel corso dei secoli subì trasformazioni radicali; sconsacrata, divenne magazzino tanto che all'inizio del Novecento risultava inglobata in edifici successivi alla sua costruzione. Espropriati nel 1908, la rotonda di San Lorenzo fu restaurata e riaperta nel 1911 e infine riconsegnata alla sua destinazione religiosa originaria nel 1926.

Chiesa di San Sebastiano

iniziata nel 1460 da Luca Fancelli su progetto di Leon Battista Alberti, fu completata nel 1529. Sconsacrata nel XVIII secolo fu adibita a diversi usi fino al 1925 quando, dopo un discutibile restauro che ha aggiunto le due scalinate d'ingresso, è stata trasformata in famedio dei caduti mantovani di tutte le guerre.

Sinagoga Norsa Torrazzo

fu trasferita e fedelmente ricostruita nella sua attuale ubicazione, quando fu decisa la demolizione del quartiere ebraico, tra il 1899 e il 1902.

Seminario vescovile

l'edificio, situato accanto al Duomo in Via Fratelli Cairoli, fu ristrutturato nel 1825 in stile neoclassico come si rileva in particolare nella facciata e nel cortile interno.


PONTI

Ponte dei Mulini
il ponte fu progettato dall'ingegnere Alberto Pitentino, costruito nel XII secolo allo scopo di regolare le acque del fiume Mincio ed evitarne l'impaludamento. Fu quindi creato artificialmente un dislivello di alcuni metri tra il lago Superiore e il lago di Mezzo, che dall'anno 1229 alimentò 12 mulini. L'antica costruzione medievale andò distrutta dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale.

Ponte di San Giorgio
il ponte era incluso nel sistema militare difensivo unendo il borgo fortificato di San Giorgio con la corte dei Gonzaga. Dapprima in legno, fu edificato in muratura da Ludovico Gonzaga sul finire del XIV secolo, così dividendo il lago di Mezzo dal lago Inferiore. Nel 1922 le arcate furono interrate e il ponte assunse la forma attuale.

Torre degli Zuccaro
la torre, alta 42 metri, fu edificata nella prima metà del XII secolo. Le prime testimonianze scritte sono del 1143. Sorge in via Enrico Tazzoli. Il nome gli deriva dalla famiglia che ne sarebbe stata proprietaria, anche se la fantasia popolare ha alimentato l'idea che il nome nascesse dalla presenza di zucchero immagazzinato nei pressi, infatti è detta "Tor dal Sücar" nel dialetto locale. Venne acquistata da Pinamonte dei Bonacolsi nel 1273 dalla famiglia dei Ripalta.

Torre dei Gambulini
la torre, alta 37 metri, sorge in via Ardigò. Da documentazione dell'epoca era già esistente nel 1200, derivando il nome dalla famiglia che la possedeva. Da questi ceduta alla famiglia Ripalta e poi ai da Oculo, nel 1289 divenne proprietà dei Gonzaga, non ancora sovrani di Mantova. L'edificio annesso alla torre divenne dimora saltuaria di Aloisio Gonzaga, signore di Castel Goffredo. Qui mori il 30 novembre 1526 il condottiero Giovanni dalle Bande Nere. Successivamente fu accorpata al collegio e al convento dei gesuiti e dal 1883 è parte del complesso dell'Archivio di Stato di Mantova.
Negli ultimi tempi è stato lanciato il progetto di trasformare la torre in una terrazza panoramica che consenta la visione a 360 gradi del centro storico di Mantova.

torre del Salaro 

(o torre Nuova) è una costruzione medioevale, che si innalza su piazza Mantegna a Mantova nelle immediate adiacenze di Piazza delle Erbe.

Nota anche come torre dei Poltroni, dal nome dei suoi proprietari, ricchi mercanti, fu edificata nel XIII secolo. Dopo anni di liti con la famiglia avversaria dei Calorosi, l'edificio venne requisito agli inizi del Duecento dal comune, che dopo alcuni anni la utilizzò come deposito del sale della città fino al Seicento.

Torre della Gabbia

la torre venne innalzata dai Bonacolsi negli ultimi decenni del XIII secolo e acquisì la denominazione attuale nel 1576 quando il duca Guglielmo Gonzaga fece costruire la grande gabbia in ferro con funzione di "carcere all'aperto" dove i condannati venivano esposti al pubblico ludibrio.

Torre di Sant'Alò 

la torre è una costruzione del 1370 sita in Piazza Arche, che faceva parte del sistema difensivo della città.


Casa torre dei Bonacolsi

la torre, che sorge al termine di vicolo Bonacolsi, fa parte del Palazzo Bonacolsi, del XIII secolo.


 casa torre dei Boateri 

Intorno al 1284 appartenne alla ricca famiglia Boateri, che possedeva nell'antica contrada di Santa Maria della Carità parecchi edifici.

Risulta essere l'unica casa torre ancora oggi abitata.

PORTE

Porta Giulia

Porta Giulia è l'unica attuale testimonianza delle fortificazioni d'epoca medievale e rinascimentale. Già esistente in epoca bonacolsiana, fu rifatta nell'anno 1549, probabilmente progettata da Giulio Romano. Deve il nome all'esistenza, all'epoca della sua prima edificazione, dell'attigua chiesa di Santa Giulia, successivamente andata distrutta.

Voltone di San Pietro

"Voltone di San Pietro" o "Porta di San Pietro", sino alla fine del XIII secolo, era una delle tre antiche porte che, inserita nella prima cinta muraria della città, chiudeva l'accesso a Piazza San Pietro (ora Piazza Sordello), centro della civitas vetus.

Portali delle Aquile

i due "Portali delle Aquile", muniti di cancellate, avevano la funzione di delimitare lo spazio paesistico circostante Palazzo Te. Il progetto dei portali e dell'area verde che contemplasse viale alberati da adibire al pubblico passeggio, fu affidato nel 1805 a Giovanni Antonio Antolini, Regio Architetto ed Ispettore dei Reali Palazzi di Mantova. Le aquile che sormontano i portali, furono disegnate dall'architetto bolognese e scolpite nel 1808 dal veronese Gaetano Muttoni.

ALTRI PALAZZI

  • Ca' degli Uberti – piazza Sordello
  • Casa della Cervetta – piazza delle Erbe
  • Casa di Marco Antonio Antimaco – via Porto
  • Casa de' Speziali – via Chiassi
  • Casa Tortelli – piazza Broletto. La costruzione venne realizzata agli inizi del Cinquecento su concessione del marchese di Mantova Federico II Gonzaga ad un suo funzionario, Nicola Tortelli.

    L'edificio presenta sulla facciata due serliane a simulare una loggia ed è attribuito all'architetto Giulio Romano, al tempo Prefetto delle Fabbriche Gonzaghesche, che rassicurò il principe che la casa non avrebbe causato danni alla torre.

  • Palazzo Acerbi – piazza Sordello
  • Palazzo Andreasi – via Cavour
  • Palazzo Arrivabene, attribuito a Luca Fancelli – via Arrivabene Costruito nel 1481 su progetto di Luca Fancelli, primo aiutante di Leon Battista Alberti, reca all'angolo una lapide con una scritta in latino che così recita: I fratelli Giovanni e Giovanpietro Arrivabene, unanimi, per sé e per il carissimo figlio Alessandro e i nipoti, ancora vivi posero le fondamenta di questa casa nell’anno della salvezza 1481, quarto anno del principato di Federico terzo ottimo marchese di Mantova. I posteri conosceranno.
  • Palazzo Benzoni – via Mazzini
  • Palazzo Bianchi, detto anche "palazzo vescovile" – piazza Sordello. Il palazzo appartenne, in origine, alla famiglia mantovana degli Agnelli, che ne cedette la proprietà a Rinaldo Bonacolsi agli inizi del Trecento.

    L'edificio, a fianco del duomo, fu realizzato a metà del Settecento, sostituendo due edifici preesistenti, dal conte Guido Porta che lo vendette nel 1756 al marchese Giuseppe Bianchi. I lavori di costruzione si conclusero nel 1765 con il palazzo che fu arricchito di uno scenografico scalone e con i soffitti a volta del primo piano impreziositi da affreschi di Giuseppe Bazzani.

    Venduto alla diocesi nel 1824 dal marchese Alessandro Bianchi, accoglie ora la residenza del vescovo e gli uffici della Curia. Nel 1967 il vescovo Antonio Poma fece ricavare nell'interrato un ambiente destinato all'archivio storico diocesano.

  • Palazzo Biondi – via Cavuriani
  • Palazzo Bonoris – via Cavour
  • Palazzo Cadenazzi-Risi – via Cavour
  • Palazzo Cantone del Bonsignore del XVIII secolo – via Giulio Romano
  • Palazzo Cantoni-Marca – via Chiassi
  • Palazzo Capilupi De Grado - piazza San Giovanni
  • Palazzetto dei conti Casali – via Fratelli Bandiera
  • Palazzo del Mago – piazza San Leonardo. La costruzione risale al 1280 e in origine ospitava la chiesa e il convento delle monache cappuccine. Il nome evocativo deriverebbe dall'usanza della compilazione dei calendari religiosi, con annesso studio delle costellazioni per guidare la coltivazione delle erbe. Di questi calendari pare sia stata conservata un'unica copia, custodita nella Biblioteca Imperiale di Maria Teresa d'Austria e trasportata all'estero negli anni della dominazione straniera. Nel corso dei secoli il convento subì vari incendi e devastazioni fino ad essere completamente abbandonato. Venne rimaneggiato e ristrutturato solo nel 1786 dall'imperatore Giuseppe II d'Asburgo-Lorena, come ricorda una lapide all'ingresso, affinché potesse ospitare un grande ospedale militare, in grado di accogliere fino a 1 500 pazienti.
  • Palazzo del Massaro – piazza Broletto. Fu costruito nel XIV secolo ed ospitava la sede del massaro, amministratore dei beni del Comune. L'edificio è collegato, attraverso l'Arengario, al Palazzo del Podestà, del 1227. Intorno alla prima metà del Cinquecento, alla struttura originaria venne sovrapposto un altro edificio verso la piazza, al fine di poterlo allineare con il Palazzo della Dogana, sede del Consiglio degli Anziani.

    Alcune stanze del palazzo vennero probabilmente utilizzate a residenza di Francesco Gonzaga, figlio del marchese Ludovico III Gonzaga, dopo aver ottenuto la porpora cardinalizia. Un affresco con lo stemma cardinalizio farebbe risalire al suo proprietario. Francesco abitò forse il palazzo dal 1461 al 1466, anno in cui venne nominato vescovo di Mantova (fino al 1483).

    Durante i lavori di restauro nei primi anni Ottanta, sono venuti alla luce sotto gli intonaci importanti affreschi databili alla metà del Quattrocento, probabilmente opera di allievi della scuola di Pisanello.

  • Palazzo Gonzaga di Vescovato – via Principe Amedeo
  • Palazzo Mainoldi, adibito nell'Ottocento a carcere della Mainolda – vicolo Mainolda
  • Palazzo di San Cristoforo – via Giulio Romano
  • Palazzo Siliprandi – via Arrivabene
  • Palazzo Strozzi – corso Vittorio Emanuele. Nel sito attuale di Palazzo Strozzi, nel XV sec. sorgeva la dimora dei Folenghi e successivamente fino ai primi decenni del XIX sec. un palazzo di proprietà del marchese Francesco Torelli. Dopo vari utilizzi gli edifici furono messi in vendita dal Demanio austriaco nel 1821. Pietro Tommasi ne acquisì la proprietà nel 1826 provvedendo a costruire un palazzo in luogo degli edifici esistenti all'interno dei quali furono staccati affreschi della scuola di Giulio Romano, attualmente conservati nel Museo di Castelvecchio di Verona.
  • Palazzo degli Studi – via Ardigò
  • Palazzo Valentini – corso Vittorio Emanuele

ALTRE CHIESE

  • Chiesa di Sant'Apollonia – via Benzoni 20
  • Chiesa di San Barnaba – piazza Bazzani
  • Chiesa di San Cristoforo – via Acerbi
  • Chiesa di Sant'Egidio – via Frattini
  • Chiesa di San Francesco – piazza san Francesco d'Assisi 5
  • Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio – via Trento 1
  • Chiesa di San Leonardo – piazza San Leonardo
  • Chiesa della Madonna del Terremoto – piazza Canossa
  • Chiesa di Santa Maria della Carità – via Corridoni 33
  • Chiesa di Santa Maria del Carmine – vicolo Carmine
  • Chiesa di Santa Maria del Gradaro – via Gradaro
  • Chiesa di Santa Maria della Vittoria – via Fernelli
  • Chiesa di San Martino – via Pomponazzo
  • Chiesa di San Maurizio – via Chiassi
  • Chiesa di Ognissanti – corso Vittorio Emanuele
  • Chiesa di Sant'Orsola – corso Vittorio Emanuele 53
  • Chiesa di Santa Paola – piazza dei Mille
  • Chiesa dei Santi Simone e Giuda – via Fernelli
  • Chiesa di Santo Spirito – via Vittorino da Feltre
  • Chiesa di Santa Teresa – via Mazzini
  • Chiesa di Santa Caterina – corso Garibaldi
  • Chiesa di San San Giuseppe Artigiano – via Indipendenza
  • Chiesa di Santa Maria degli Angeli – via della Certosa (Borgo Angeli)
  • Chiesa di San Filippo Neri – via Pasquale Miglioretti (Borgochiesanuova)

STORIA

 nacque su due isolette create dai detriti del Mincio, la città è tutt’ora bagnata per tre lati dal fiume, che forma a nord-ovest il lago Superiore, a nord-est il lago di Mezzo, ad est il lago Inferiore; un quarto lago, quello Paiolo, è stato interrato alla fine del ‘700.

Antichissime sono le origini di Mantova che conservò a lungo il ricordo di un mitico fondatore l’eroe Onus,e della divinità maschile Mantus, a cui il fondatore l’avrebbe dedicata e che i Romani confusero poi con l’indovina greca Manto, figlia dell’omerico Tiresia.

In seguito il paese fu occupato prima dai Galli e poi dai Romani. In età non precisabile, forse nel III o nel IV Secolo, si ebbe a Mantova la diffusione del Cristianesimo, come attestano la pia tradizione di San Longino e il culto delle reliquie del Sangue di Cristo, attualmente custodite nei Sacri Vasi nella basilica di S. Andrea.

Caduto l’impero romano, la città subì le invasioni dei barbari e le diverse dominazioni di Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi, finché, verso il Mille, entrò a far parte dei domini feudali della famiglia degli Attoni, detta di Canossa, la cui ultima rappresentante fu la contessa Matilde (1046-1115).

Dopo la morte di Matilde di Canossa, Mantova si resse a libero Comune e difese strenuamente la propria libertà nei secoli XII e XIII contro le forze imperiali; quindi ingrandì il suo territorio, si abbellì di magnifici edifici quali i palazzi del Broletto e della Ragione, regolò e prosciugò le acque palustri del Mincio, ad opera di Alberto Pitentino, si cinse di mura.

Nel periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, Pinamonte Bonacolsi si impadronì del potere, nel 1273, e la sua famiglia signoreggiò su Mantova per oltre mezzo secolo, accrescendone la floridezza e la bellezza artistica. Sorsero così il Palazzo Bonacolsi, quello del Capitano, l’Arengario, la Magna Domus e le chiese del Gradaro e di S. Francesco, che costituirono il volto della città nel Medioevo.

Nel 1323 con la morte di Rinaldo detto Passerino, ucciso durante una rivolta popolare fomentata dai Gonzaga, terminò la signoria dei Bonacolsi ed ebbe inizio quella dei Gonzaga, con Luigi capitano del Popolo e capostipite della famosa famiglia. Sotto i Gonzaga, nominati marchesi nel 1433 dall’imperatore Sigismondo e duchi nel 1530 da Carlo V, Mantova divenne capoluogo di un notevole stato e conobbe un periodo di gloria militare e di splendore artistico, durato circa quattro secoli, al quale si deve la costruzione dei maggiori edifici, veri capolavori d’arte e di grandiosità. Furono costruiti il Castello di S. Giorgio e il Santuario delle Grazie; onorarono la corte gonzaghesca molti illustri ingegni quali l’ Ariosto, il Tasso, il Correggio, il Tiziano e il Cellini; chiamati da Gianfranco Gonzaga , giunsero nella città il Pisanello e Vittorino da Feltre, che vi fondò la famosa scuola umanista detta Cà Zojosa (Giocosa).

Sotto Ludovico II l’ambiente mantovano ancora gotico, accolse ed esaltò la nuova arte rinascimentale, ospitando il Brunelleschi, il Farnelli, l’Alberti, il Laurana, il Mantegna e il Poliziano.

Furono Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna a dare l’impronta alla Mantova dei tempi d’oro; dopo, trascorsi gli anni fecondi in cui Isabella d’Este teneva corrispondenza con i massimi artisti e letterati di tutta la penisola, s’aprirà l’era di una splendida e generale decadenza con il lungo regno di Giulio Romano, che oltre la creazione del Palazzo del Te, si occupò del riordino urbanistico della città, lasciando traccia di sé , si può dire, in ogni piazza e edificio.

Frattanto il dominio dei Gonzaga si era ingrandito con l’acquisto di Monferrato, raggiungendo l’apice della floridezza economica e politica, mentre ai margini del ducato pullulavano signorie autonome appartenenti ai rami cadetti della casata.

Nel 1627 si estinse la linea primogenita dei Gonzaga ed iniziò così anche la lenta decadenza di Mantova, aggravata in seguito dalle guerre di successione, dal saccheggio degli imperiali e dalla peste, finché, nel 1707, deposto l’ultimo discendente della dinastia, la città passò sotto il dominio austriaco.

Nel corso di questo secolo tuttavia la città conobbe ancora un periodo di fervore artistico, al quale risalgono la cupola di S. Andrea , il Teatro Scientifico, i solenni Palazzi Sordi, D’Arco, Valenti, Corriani e Canossa. Assediata e presa da Napoleone, dopo alterne vicende, Mantova tornò nel 1814 all’Austria, diventando uno dei capisaldi del famoso ” Quadrilatero” difensivo.

Ma pur fra le continue angherie dei governanti austriaci, nonostante la crudele opera di repressione, la fede liberale andava sempre più diffondendosi tra il popolo e nel 1851-55, col sacrificio dei Martiri di Belfiore, la città scrisse una delle pagine più belle e gloriose del nostro Risorgimento. Nel 1866 finalmente Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano.

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