VIMODRONE (Mi)

Due sono le principali interpretazioni sulla derivazione etimologica del nome di Vimodrone. Secondo una prima interpretazione il nucleo originario era un piccolo villaggio romano (Vicus) dedicato alle dee Matronae; da qui deriva il nome Vicus Matronis sacer da cui Vicus Modroni infine mutato in Vimodrone. La seconda interpretazione fa risalire il nome da Vicus Mutronis dove Mutronis pare essere il cognome di una famiglia romana che viveva nel nucleo originario del villaggio.

In epoca romana il territorio di Vimodrone era attraversato da un'importante strada romana, la via Gallica. Tenuta, nella seconda metà del XII secolo, da Papa Alessandro III sotto l'autorità del capitolo della chiesa di San Giovanni Battista di Monza, sul finire del XIV secolo rientrò, in parte, tra i possedimenti della famiglia Pozzobonelli, passando nel Seicento tra quelli dei Modroni. Nel 1690 Vimodrone fu infeudata a Nicola Maria Visconti che, nominato marchese, aggiunse il predicato feudale di Modrone, dando così inizio alla casata dei Visconti di Modrone, alla quale appartennero illustri personaggi; tra questi meritano di essere ricordati, nel Settecento, il conte Nicola, professore di diritto pubblico a Milano, e, nell'Ottocento, il duca Uberto che, insieme ai figli, partecipò attivamente ai moti risorgimentali. Vimodrone anticamente non era comunque solo un agglomerato di case rurali; le cascine in passato costituivano delle vere e proprie comunità quasi autonome, e delimitavano i confini del paese.

Con il continuo espandersi del nucleo centrale, la maggior parte di questi caseggiati sono stati integrati, molti sono stati ricostruiti e non ne rimane che il nome. Molte erano anche le ville appartenenti ai signori milanesi; alcuni vi trascorrevano il loro tempo libero, ne è un esempio appunto Villa Cazzaniga., Nell'Ottocento fino ai primi del Novecento il territorio vimodronese era così suddiviso: a nord del Naviglio esisteva la piccola proprietà, mentre tra il naviglio e la via Sant'Ambrogio sorgeva il centro abitato. Risalgono al 1909 le prime esigenze di nuove costruzioni per un paese che lentamente stava crescendo. Già dopo la seconda guerra mondiale il paese inizia a svilupparsi attorno al vecchio nucleo con la costruzione di numerose villette. Negli anni del "boom" economico vennero costruiti enormi casermoni; terminata la fase di espansione privata ha avuto inizio la costruzione industriale; piccole, medie e grandi aziende che portarono maggiori possibilità di impiego e di conseguenza maggior benessere. Tutto questo portò sempre più contadini ad abbandonare le loro terre nelle quali si coltivava foraggio, cereali e verdure.[6], L'arrivo della ferrovia metropolitana negli anni ‘60 portò un cambiamento nella configurazione del territorio con la deviazione del Naviglio Martesana, incanalato più a nord.

L'unico ponte che attraversa oggi la metropolitana, il ponte di via Piave, un tempo era infatti il ponte del Naviglio della Martesana. Alla fine degli anni settanta e all'inizio degli anni ottanta lo sviluppo edilizio riprese in modo massiccio: complessi pubblici, privati e cooperativistici vennero realizzati sia a ovest che a est del paese.


FRAZIONI

Cascina Burrona, Cascina Crivella, Cascina Cassinella, Cascina Metalino

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSSE

Chiesa parrocchiale di San Remigio

Situata in piazza Unità d'Italia, l'attuale chiesa è stata edificata nel 1781 e ampliata tra il 1938 e il 1941 dall'architetto Giovanni Barboglio. Un luogo di culto a Vimodrone, consistente forse in una semplicissima e povera cappella dedicata a San Remigio, doveva esistere indubbiamente fin dall'Alto Medioevo. Ma la certezza storica della presenza di questo edificio religioso l'abbiamo da un documento del 1169: una bolla di papa Alessandro III, datata 30 marzo, nella quale vengono confermati diritti e possessi della basilica di San Giovanni Battista di Monza e tra questi figurano quelli sulla pieve di San Giuliano di Colonia (Cologno Monzese) con tutte le sue cappelle tra cui la chiesa di San Remigio "in Vicu Modroni".

Chiesa di Santa Maria Nova

È una piccola chiesa situata all'esterno del cimitero comunale di Vimodrone, lungo la Strada Padana Superiore, la più antica del territorio di Vimodrone. Di origine cinquecentesca, nota anche come "Chiesa del Pilastrello", perché sorta in prossimità di una pietra miliare romana (al pilastrello). Antico sesto miliario venendo Milano. Nova perché distinta da Santa Maria Vetera già esistente in Vimodrone e abbattuta per ordine del cardinale Carlo Borromeo. La chiesetta è sulla via che apre alla Martesana. Negli atti della visita pastorale del 1572 compiuta dal cardinale Carlo Borromeo, veniva riportato "Fu iniziata nel 1524, grazie alle offerte della popolazione, e perciò è nuova e bella", e nella pala absidale, veniva definita "satis pulchra", stupenda - si dice realizzata dal Luini stesso. Al suo interno si trovano affreschi attribuibili alla scuola pittorica di Bernardino Luini, in altri alla scuola del Bergognone e alla scuola lombarda di Gaudenzio Ferrari. La chiesa ha una sola navata, chiusa da un'abside semicircolare. Le pareti laterali sono suddivise da dieci nicchioni ad arco, sopra i quali gira un cornicione in cotto con altrettante lunette su cui si stende la volta a botte. Nelle lunette si aprono come occhi, alternativamente, sei finestre circolari. Il campanile e la sacrestia quadrata risalgono alla metà del 1700. Sopra la porta d'ingresso vi è una lunetta con tracce di crocefissione seicentesca.

Cippo detto "della Crocetta"

Ma che cos'è un cippo ???? Il cippo è un tronco di colonna o di pilastro, senza capitello e per lo più con iscrizione, eretto come monumento funerario o per altro uso ad es. dedicando il passaggio di un personaggio importante o di un imperatore in un determinato luogo....

Facciamo un salto nel passato, un bel balzo indietro. Siamo nel 1572 e a Milano tra le figure prestigiose, quella più importante era sicuramente quella di San Carlo Borromeo. Figura ecclesiastica di notevole rilievo, San Carlo era un uomo devoto che viveva in ascetica povertà, infatti la sua azione pastorale era rivolta alla cura delle anime e alla moralizzazione dei costumi. Promuoveva riti liturgici, preghiere collettive, processioni. Per lui la fede, l'identità e la coesione sociale soprattutto dei ceti più popolari erano valori importanti. Tutto ciò provocò contrasti con i personaggi importanti dell'epoca. A Milano rinnovò molte chiese e si impegnò nelle visite pastorali.
Ed ecco che il 23 Gennaio del 1572 passo' anche qua a Vimodrone. 
Da qui il cippo o crocetta come  ricordo della visita pastorale di San Carlo Borromeo del 23 gennaio 1572.

Villa Cazzaniga

Situata in località Gaggiolo si compone di corpi rustici di probabile origine seicentesca e una parte residenziale della metà del XVIII secolo. Nasce come biblioteca per i nobili milanesi che la raggiungevano per lo più in barca. Il fronte principale con il suo portico si affaccia verso il Naviglio, diviso da quest'ultimo da un muretto, con due balaustre laterali e un cancelletto centrale per l'accesso al canale., L'iniziale forma a U sopravvive solo nell'ala Est: cosicché l'edificio ha oggi pianta a L, per la demolizione del braccio Ovest. Il braccio Est è connotato dalla presenza della cappella, con decorazioni neoclassiche ancora leggibili. Dalla documentazione nota s'apprende che l'edificio è già edificato nel 1764, quando risulta di proprietà del milanese Carlo Alberto Besozzi, dopo una serie di passaggi di proprietà il complesso perviene alla famiglia Cazzaniga nel 1902.


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