I nostri passi si dirigono tra Vaprio e Concesa, Adda e Martesana in una proposta d’itinerario che offre tutte le corde di una storia secolare e tutta la tavolozza di una natura a tratti ancora incontaminata.
Incastonata nel luogo dove Adda e Naviglio Martesana separano i loro corsi, la Casa del custode delle acque, si propone come un ottimo punto di partenza per una piacevole passeggiata alla scoperta della Riviera di Vaprio: luoghi storici e ricchi di curiosità immersi nella natura del tipico territorio abduano. Nel XVIII secolo questo affascinante paesaggio fu d’ispirazione a pittori vedutisti per realizzare alcune delle loro meravigliose opere. Incantarono artisti come Gaspar van Wittel e Bernardo Bellotto, il pittore veneziano, nipote del Canaletto, che ha fatto conoscere la riviera vapriese addirittura oltreoceano: il suo dipinto Vaprio e Canonica d’Adda verso nord è infatti esposto al Metropolitan Museum di New York. Allo stesso modo queste vedute, che sono rimaste pressoché identiche nonostante il passaggio di due secoli, possono oggi offrire uno spunto a vedutisti moderni: siano essi pittori, amanti della fotografia o semplici osservatori. Un paesaggio che può essere osservato percorrendo l’alzaia che separa i due corsi d’acqua, a piedi, in bicicletta oppure, nel periodo estivo, a riattivazione del servizio, in barca navigando sulle placide acque del Naviglio Martesana.
È questo il canale d’acqua fatto scavare su richiesta dei nobili proprietari terrieri con possedimenti agricoli nel territorio della Martesana per incrementarne la produzione. La petizione fu accolta da Francesco Sforza, signore di Milano, che autorizzò lo scavo a partire dal luglio 1457. Il canale, costruito principalmente a scopo irriguo (funzione che mantiene ancora oggi), si presentò anche come principale collegamento tra il fiume Adda, che lo alimenta, e la città di Milano. Esso permise di commerciare più agilmente con Milano in materie prime e prodotti, provenienti anche da territori pìù a monte, come il lago di Como oppure la Svizzera. Il Naviglio incoraggiò anche la costruzione di numerosi opifici lungo il suo corso, sfruttandone le acque per animare le produzioni. Infine, favorì la navigazione di persone sulle sue acque, tra città e campagna, per lavoro o per diletto. La nobiltà dell’epoca amava, infatti, trascorrere la propria villeggiatura nelle ville di famiglie fatte appositamente erigere lungo le sponde del Naviglio per godere della bellezza e della pace del paesaggio. La riviera di Vaprio deve, infatti, la sua particolarità proprio alle numerose dimore che su essa si affacciano donandole un’eleganza unica nel suo genere. Nessuna di queste ville è oggi visitabile al pubblico, trattandosi di dimore private, nobiliari oppure complessi residenziali; ma ognuna di esse ha una propria indole che merita di essere conosciuta. Partendo con la passeggiata, lasciata alle spalle la Casa del custode, si prosegue controcorrente il corso del Naviglio, rimanendo nel territorio comunale di Vaprio d’Adda, ma arrivando fino quasi al suo incile, che si trova circa 4 km più a nord, presso Concesa di Trezzo sull’Adda.
La prima imponente costruzione che incontrerete è Villa Visconti di Modrone. Caratterizzata dalla suggestiva torretta e dalla bella terrazza che affaccia sul Naviglio, l’edificio ha costruzione antecedente al 1755.
Proprio di fronte a Villa Visconti di Modrone, con ingresso sempre su Piazza Cavour, davanti a voi, oggi colorata in giallo e rosso, Villa Pizzagalli Alessandrini. Questa bella dimora riserva un mondano ricordo: fu spesso soggiorno tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, della famosa e bellissima attrice Anna Magnani.
Tornando con lo sguardo all’alzaia, si incappa in una curiosa scala a chiocciola: la passerella il Vortice. Costruita nel 2013 in occasione della ricorrenza 500 anni di Leonardo a Vaprio, essa collega l’alzaia a piazza Cavour.
In particolare nel fiume Adda, che Leonardo poté ammirare da Villa Melzi (oggi Melzi d’Eril), la splendida dimora che si può scorgere dall’alzaia, e meglio ancora dall’alto della passerella.
Rimanendo in questo punto, è possibile osservare un ponticello che scavalca il Naviglio Martesana. Esso porta alla porzione di bosco dirimpetto alla villa e che un tempo faceva parte del suo vasto parco, il Salecc, nome dialettale che lo ha contraddistinto poiché, per secoli, ha ospitato una grande macchia di salici. Ora, questa località è di proprietà del Comune di Vaprio d’Adda che ne affida la cura all’Associazione Vaprio Verde. Un invito a inoltrarvi in questo bosco, scendendo verso il fiume Adda. Seguendo il mormorio dell’acqua, vi imbatterete nella bella riproduzione in legno del temutissimo drago Tarantasio, mostro mitologico che, secondo la leggenda, abitava le acque del Lago Gerundo. Più palude che lago, il Gerundo, aveva l’Adda e il Brembo per suoi immissari e, partendo da qui, occupava buona parte del territorio a valle. Le sue acque, molto paludose e per questo molto insidiose, si diceva ospitassero il drago Tarantasio a cui venivano attribuite disgrazie e sparizioni. Molte sono le leggende che lo riguardano, soprattutto sulla sua uccisione. A noi piace raccontare la sua mitica sconfitta a opera del capostipite della nobile famiglia Visconti, Uberto. Ucciso il drago, volle ricordare questo eroico gesto, immortalandolo sullo stemma di famiglia: il biscione che possiamo riconoscere scolpito anche sugli edifici di Vaprio. Ripercorrete il cammino tornando al punto di partenza, se non l’avete notato prima, magari ora lo riconoscerete.
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