Il cantuccio di Felipe ristorante
Chiesa di San Bernardino
consacrata nel 1912. Si narra che le stupende colonne monolitiche in granito di Baveno che la sostengono, fossero destinate alla basilica di San Paolo in Roma, ma furono sequestrate durante il trasporto per mezzo di barconi in seguito al fallimento della ditta fornitrice, e qui rimasero. Il campanile, la cui costruzione iniziò contestualmente alla chiesa in fondo alla navata sinistra, venne interrotto (e così rimane) per problemi di staticità. Solo nel 1932 verrà edificato l’attuale torre campanaria, che è stata ristrutturata nel 2013 ed ora fa bella mostra di sè.
L'Abbazia di San Donato
è sita in località un tempo denominata Scozzola o Scovilla, è il maggiore monumento sestese. Edificata tra il IX e il X secolo, con l'attigua, oggi scomparsa Abbazia voluta dal Vescovo di Pavia, Liutardo de' Conti, restò per secoli legata all'ambiente pavese, di rito romano, pur essendo geograficamente in area ambrosiana.
Oratorio di San Vincenzo,
detto anche "dei Re Magi", è una chiesetta situata a nord di Sesto Calende, su un poggio erboso, domina dall'alto la valle del Ticino, il Lago Maggiore e Sesto Calende.
Chiesa di Sant'Antonio Abate,
è un edificio religioso del comune di Sesto Calende risalente al XIX secolo.
Chiesa di Sant'Anna
I lavori per la costruzione della chiesa furono eseguiti per la volontà dell'imprenditore Rossini; alcuni fabbricati che mantengono i caratteri ottocenteschi sono tuttora visibili e visitabili. La chiesa di Sant'Anna venne segnalata in catasto nel 1856, a quel tempo era un oratorio privato, aperto al culto pubblico, donato in seguito alla comunità. La chiesa è stata successivamente ampliata e dotata di un campanile dalla famiglia Bertoluzzi come ricordato da un’incisione sul lato. Un intervento di restauro è stato eseguito nel 1997. L’edificio ha un’unica navata, con volta a botte, abside semicircolare, e due cappelle laterali.
Sass da Preja Büia
(letteralmente: sasso di pietra scura) è un grande masso erratico formato da talco scisti e serpentino, trasportato dai ghiacciai durante le glaciazioni, scolpito con molte incisioni dai popoli della prima età del ferro (II millennio a.C.). Vi si possono osservare soprattutto coppelle circolari ed altre forme, simboli di fertilità, utilizzate per riti sacri. Si trova a circa 200 m dall'oratorio di San Vincenzo, verso la vicina collina morenica. Questo megalito è stato riconosciuto come Monumento naturale regionale di Preia Buia.
FRAZIONI
Abbazia, Mulini, Oneda, San Giorgio, Sciuino, Cocquo, Loca,
Lentate Verbano Fu un antico comune del Milanese, sede di parrocchia fin da Rinascimento.
Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 204 abitanti, nel 1786 Lentate entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 211 abitanti. Nel 1809 fu soppresso con regio decreto di Napoleone ed annesso a Taino. Il Comune di Lentate fu però ripristinato con il ritorno degli austriaci, e nel 1841 incorporò il borgo di Osmate: tale unione fu però duramente contestata dagli osmatesi, che nel 1892 infine ottennero il trasferimento del municipio e il cambio della denominazione comunale in Osmate-Lentate. L'inimicizia fra le due località si mantenne tuttavia a livelli tali che il governo nel 1929 decise il distacco di Lentate dal vecchio comune e la sua aggregazione a quello di Sesto Calende, del quale ancora oggi costituisce una visibile protuberanza.
Lisanza era un piccolo centro abitato di antica origine, sede di parrocchia, appartenente alla pieve di Angera della Provincia di Milano.
Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 176 abitanti, nel 1786 Lisanza entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 213 abitanti. In età napoleonica (1809) il comune di Lisanza venne aggregato al limitrofo comune di Taino, recuperando l'autonomia nel 1816, in seguito all'istituzione del Regno Lombardo-Veneto. Nel 1853 contò 387 residenti.
All'Unità d'Italia (1861) Lisanza contava 429 abitanti. Il comune di Lisanza venne soppresso nel 1928 e aggregato al comune di Sesto Calende.
Oriano era un piccolo centro abitato di antica origine, sede di parrocchia, appartenente alla pieve di Angera della Provincia di Milano.
Il territorio comunale si espanse nel 1751 alloquando il governo di Maria Teresa gli annesse il confinante villaggio di Oneda, portando l'insieme a 198 abitanti. Nel 1786 Oriano con Oneda entrò per un quinquennio a far parte dell'effimera Provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 230 abitanti, mentre nel 1853 raggiunse 292 residenti.
All'Unità d'Italia (1861) Oriano contava 350 abitanti, marcando una significativa vivacità demografica. Nel 1863 cambiò nome in Oriano sopra Ticino per ordine della sottoprefettura varesina. Il comune venne soppresso nel 1869 e aggregato al comune di Sesto Calende.
Sant'Anna II nucleo dell’insediamento di Sant'Anna è oggi costituito dalle permanenze del villaggio industriale, divenuto conosciuto grazie alla prima vetreria dell’imprenditore milanese G.B. Rossini. Il villaggio industriale costituito dalla villa del proprietario, gli uffici, le case per gli operai, l’osteria e da una piacevole chiesetta dedicata a Sant'Anna, tuttora adibita al culto, veniva considerato un grande sito di commercio.
STORIA
Sesto divenne Comune attorno al XIII secolo, e si è mantenuto tale fino ad oggi, anche quando il territorio, dopo alterne vicissitudini anche militari, divenne feudo di un ramo dei Visconti, che per secoli estorsero con la violenza agli abitanti oneri e tasse non dovute. La signoria dei Visconti terminò nel 1656, per estinzione della famiglia. Non lasciarono nè un monumento, nè un’opera di beneficenza che potesse richiamare ai posteri la loro memoria. Solo violenza e soprusi.
Il feudo fu ceduto, non senza contestazioni da parte di rami cadetti dei Visconti, dall’erario ducale ai marchesi Cusani, che acquisirono il titolo (e le rendite) di Conti di Sesto.
Le vicissitudini del monastero dei benedettini e della loro chiesa di S.Donato hanno meritato un capitolo a se stante, di cui abbiamo parlato in breve nella tormentata storia del quartiere Abbazia, storia che si intreccia a quella di Sesto per le traversie subite dalle ricorrenti orde militari, ma che se ne distingue per le peripezie e le controversie di carattere religioso e temporale che si innestavano nelle lotte fra papato ed impero.
In ogni caso il “porto” e il dazio di Sesto furono sempre sotto sorveglianza di ufficiali del comune prima, e dei duchi di Milano poi, perchè il passaggio di merci e persone era controllato e adattato a varie esigenze annonarie o sanitarie della intera regione, come ad esempio in periodi di carestie o di epidemie.
Nel XVI secolo molti comuni decisero di avere uno stemma, e Sesto non fu da meno: adottò il simbolo che tuttora appare nello stemma e nel gonfalone della nostra città appena ufficialmente approvato dal presidente della Repubblica, e cioè il compasso, perchè in quel tempo questo era chiamato “sesto”, come il nome del comune.
A titolo di cronaca, riportiamo che la prima scuola pubblica, per anni in precedenza osteggiata dalla popolazione e dal clero, fu aperta solo nel 1799 nel convento di S.Francesco, ma non potè funzionare lungamente per le vicissitudini militari che imperversarono con requisizioni di alloggi e di vettovaglie durante le guerre tra francesi ed austro-russi. Anche le chiese vennero adibite a caserme e ad ospedali. I contadini vennero forzosamente impiegati in lavori di fortificazioni militari. Le barche furono tutte requisite per scopi bellici. Ancora una volta Sesto fu depredata e violentata.
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