MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
VILLA GIANETTI MUSEO
Museo delle industrie e del lavoro del Saronnese
Il museo è composto da uno spazio espositivo aperto di 1400 m² e di uno spazio interno di 800 m². Sorge nelle aree adiacenti alla stazione ferroviaria ed occupa alcuni vecchi capannoni delle Ferrovienord, in cui venivano, ai tempi, revisionate le locomotive a vapore. Gli spazi all'aperto sono dedicati all'esposizione di veicoli ferroviari storici, tutti appartenenti al parco treni delle Ferrovie Nord Milano.
Palazzo Visconti
Costruito nel XVI secolo dall'omonima famiglia, durante il XVIII secolo fu ceduto alla famiglia Rubini, che cambiò parzialmente l'assetto del complesso, trasformandolo in una tipica villa nobiliare a corte lombarda. Nel 1882 divenne sede del Municipio e poi, dal 1926 al 1985, sede della Pretura. Insieme alla contigua corte Tanzi, dal nome della nobile famiglia milanese che ne fu proprietaria nel XIX secolo, è stato successivamente sede di varie associazioni fino a quando, nel 2007, un incendio danneggiò gran parte dell'edificio. A tutto il 2015 non è stato ancora predisposto un piano di restauro definitivo. Tutt'ora nel 2020 è riconosciuta come enorme struttura abbandonata e pericolante, collegata da un ponte abbandonato e diviso da un recinto di Villa Gianetti. All'interno di alcune sale sono presenti degli affreschi meravigliosi. Si deve chiedere in comune però il permesso e attrezzarsi.
Villa Koelliker
L'edificio, di costruzione seicentesca, prende il nome dalla famiglia proprietaria dell'immobile fino al 1952. Oltre alla villa vera e propria la proprietà comprende numerosi edifici una volta destinati ai contadini che coltivavano i terreni limitrofi. Nel 1952 la villa venne acquistata dalla famiglia Gianetti e dedicata a casa di riposo per anziani.
Santuario della Beata Vergine dei Miracoli
I deputati del Santuario il 10 marzo 1505 incaricano il grande architetto Giovanni Antonio Amadeo di progettarne il tiburio: il contratto prevede che il lapicida Beltramo fu Giovanni Bregno da Osteno, abitante a Saltrio fornisca le pietre della locale cava, da consegnare a Castelseprio; il campanile è eretto fra il 1511 e il 1516 da Paolo della Porta da Osteno. All'interno si può ammirare un ciclo di affreschi di Gaudenzio Ferrari, oltre alle opere pittoriche di Bernardino Luini, che lavorò nella chiesa in due periodi nel 1525 e nel 1531, dall'abside fino alla cancellata.Il campanile è alto 47 metri. Il Santuario è anche meta di pellegrinaggi, oltre ad essere uno dei santuari più importanti della Lombardia. I principali pittori e scultori che hanno affrescato o scolpito opere nel Santuario sono Gaudenzio Ferrari (autore della cupola degli angeli) e Bernardino Luini (autore di molti affreschi e quadri).
Registrato agli atti del 1751 come un borgo di 329 abitanti, nel 1786 Cassina Ferrara entrò per un quinquennio a far parte della provincia di Varese, per poi cambiare continuamente i riferimenti amministrativi nel 1791, nel 1798 e nel 1799. Alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 364 abitanti e cambiò nuovamente capoluogo, stavolta passando in provincia di Como. Nel 1812 fu soppresso con regio decreto di Napoleone ed annesso a Rovello. Il Comune di Cassina Ferrara fu quindi ripristinato con il ritorno degli austriaci, che provvedettero anche a riportarlo in Provincia di Milano. Il borgo raggiunse le 542 anime nel 1853, salite a 609 nel 1859 e a 677 nel 1861. La soppressione dell'autonomia comunale giunse infine nel 1869 su regio decreto di Vittorio Emanuele II, che definì l'unione perpetua con Saronno, sebbene non ci fossero stati mai in precedenza legami amministrativi fra i due centri abitati.
Nel XX secolo era abitata da circa 1200 abitanti, per la maggior parte lombardi dediti a lavorare alla storica fabbrica De Angeli Frua.
In questi anni "la Cassina" era famosa nella città di Saronno per le numerose feste religiose legate alla parrocchia di San Giovanni Battista.
Cascina Colombara. Nel XV secolo era un feudo dei conti Borromeo ma esistono documenti più antichi nei quali si parla già della zona della Cascina; infatti su questo terreno era stata edificata una Chiesa detta di San Solutore (o S. Salvatore) che viene menzionata in una bolla pontificia di Papa Alessandro III del 1169.
Il nucleo più antico della Colombara è formato da 3 corti sviluppate attorno alla chiesetta del patrono locale San Carlo Borromeo che fu finanziata e costruita dagli stessi Colombaresi nel 1910 e venne ultimata nel 1936 con l'edificazione del campanile come viene documentato anche da vecchio materiale fotografico.
Le prime tracce scritte che ne documentano l'esistenza risalgono ad un atto di vendita del 16 maggio 1485 da parte dei fratelli De Magistris a favore del venerando convento di Santa Maria dell'Incoronata di Milano; pertanto la Cascina doveva essere già stata edificata ed abitata da tempo da una comunità di coloni. Da allora diversi sono stati i passaggi di proprietà, documentati, che hanno interessato la Cascina Colombara tra i quali i più importanti sono da attribuire alla famiglia Brasca (24 aprile 1599) alla famiglia Natta (30 maggio 1619) ed ai conti Stampa Soncino (24 aprile 1776).
Solo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo gli abitanti, da semplici coloni, cominciarono a diventare proprietari dei terreni e dei beni presenti di pertinenza della Cascina: ne è testimonianza un forno per la cottura del pane, ancora esistente anche se non utilizzato da diversi anni, e un pozzo adibito all'approvvigionamento dell'acqua potabile; ulteriori tracce della storia della Cascina sono costituite dalla presenza di un interessante gelso centenario e di un antico affresco raffigurante una Madonna col Bambino.
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