MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
Palazzo Rezzonico
Edificato nel Settecento per volontà di papa Clemente XIII su terreni di proprietà della sua famiglia, Palazzo Rezzonico è la storica sede del comune; affittato nel 1901 dall'Opera Pia Porro, dal 1998 è divenuto infine di proprietà municipale. Il palazzo, oltre ad essere sede delle principali attività politiche, amministrative, sociali e culturali del paese, ospita frequentemente mostre d'arte.
L'edificio, sorto forse su una preesistente struttura più antica, conserva ancora oggi caratteri di severa eleganza e presenta un tipico schema a "U" con profondo corpo centrale alleggerito da un porticato a tre fornici e affiancato da due strette e brevi ali laterali leggermente ribassate.
Casa Giani
Nel biennio 1788-1789 l'architetto Simone Cantoni edificò la casa dei fratelli Giani.
Negli anni a metà del secolo XX gli architetti Mario Asnago, barlassinese, e Claudio Vender costruirono prima la villa Vegni - La Selva, per il medico condotto del paese, nel 1956, poi le scuole medie (1965). Hanno anche ristrutturato Villa Conti, 1959. Queste opere di Asnago-Vender sono considerate tra le più importanti architetture razionaliste lombarde.
Chiesa Parrocchiale di San Giulio
La prima citazione di una chiesetta a Barlassina è da ricercare nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, scritto da Goffredo da Bussero sul finire del XIII secolo, in cui si legge che essa dipendeva dalla pieve di Seveso.
Dalla relazione della visita del 1567 di padre Leonetto da Clivone si apprende che la cappella versava in condizioni non buone; la descrizione dell'edificio riporta che esso si componeva si tre campate, che era chiuso dell'abside semicircolare e che l'unica campana era alloggiata sopra un pilastro.
Nel 1581 l'arcivescovo Carlo Borromeo trovò che la situazione era leggermente migliore, dato che era stata realizzata una nuova struttura per sostenere le due campane.
La chiesa venne interessata da un intervento di rifacimento nel 1612, condotto su disegno di Ercole Turati.
L'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, compiendo la sua visita, nel 1762 annotò che nella parrocchiale avevano sede le due confraternite del Santissimo Sacramento e Beata Vergine della Sacra Cintura e della Santissima Croce e che i fedeli ammontavano a 450; questi ultimi risultavano saliti a 506 nel 1780.
Grazie agli atti relativi alla visita pastorale del 1900 dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari si conosce che la parrocchiale, avente come filiali i due oratori di San Carlo e della Beata Vergine Immacolata, era sede della confraternita del Santissimo Sacramento e che il numero dei fedeli era pari a 1270.
Il campanile fu eretto nel 1905 e tra il 1931 e il 1933 la chiesa venne ampliata a causa dell'aumento della popolazione locale; l'edificio fu restaurato a più riprese nei primi anni 2000.
STORIA
Il territorio di Barlassina era già abitato in epoca antica dagli Insubri, una popolazione gallica che, respinti gli Etruschi, s'insediò in quei luoghi e fondò molti centri abitati. Testimonianze della presenza gallo – romana del I secolo a.C. si trovano nel Museo del Seminario a Seveso, e derivano da scavi condotti nella località.
La regione subì, con la decadenza dell'impero romano e la seguente Guerra gotica, l’invasione longobarda e dal IX secolo la dominazione dei Franchi e la costituzione del Sacro Romano Impero. Il primo documento in cui è citata l'allora “Barnasina” è una sentenza giudiziaria del 15 dicembre 1288 in cui Pietrino da Roma, Girardino figlio di Giovanni Giuce e Pietrino da Asenago “tutti de loco de Barnasina” muovono causa contro Civolla da Meda per essere compensati della perdita di alcuni buoi.
L'abitato è di origine molto antica e viene già menzionato nel XIII secolo da Goffredo da Bussero che, elencando le chiese del territorio milanese nel “Liber Notitiae”, cita anche la parrocchiale di Barlassina dedicata a S. Giulio.
Sotto la dominazione spagnola, Barlassina venne concessa in feudo alle famiglie dei Carcassola e degli Arese, i quali divennero più tardi gli unici feudatari. Con l'arrivo degli austriaci, Barlassina diventò la sede del comando di un distretto militare, che comprendeva anche Desio e Seregno.
I destini feudali del comune nei secoli successivi seguono la sorte di Seveso e di tutta la regione. Nel XVI secolo dopo l'arrivo di Carlo VIII di Francia e la conseguente costituzione della Lega Santa è saccheggiata ed incendiata dai Lanzichenecchi che distruggono il suo castello.
Intorno alla metà del XVIII secolo i due maggiori possidenti erano i Conti Porro e i Conti Rezzonico. Carlo Rezzonico, divenuto papa col nome di Clemente XIII, concede a Barlassina l'Arcipretura e nel secolo successivo si susseguono grandi donazioni ed opere di bene compiute dalle due famiglie.
Nel 1859 nacque a Barlassina il pittore Emilio Longoni, quartogenito del garibaldino Matteo Longoni e di Luigia Meroni. La Banca di Credito Cooperativo di Barlassina ha raccolto un'importante collezione dei suoi quadri.
Nel 1869, a seguito del riordino amministrativo conseguente all'Unità d'Italia, il comune di Barlassina venne accorpato a quello di Seveso, decisione invisa ad entrambe le popolazioni. Così nel 1901, con regio decreto, Barlassina sarà ricostituita in comune autonomo.
Fino all'epoca della prima ferrovia Chiasso-Milano Barlassina fu il luogo di sosta a mezza via dei carrettieri, come ricorda Cesare Cantù nella sua "Storia di Milano" che rammenta anche come “più anticamente la via era frequentata da molti asini sui quali per pochi quattrini montavano i viandanti”. Da qui probabilmente l'appellativo di “Paese degli Asini”, che trova conferma pure in alcuni versi del 1810 del poeta milanese Carlo Porta in cui sono citati i prosperosi allevamenti di asini nella zona.
Nessun commento:
Posta un commento