MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA (Pv)

 

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

castello Beccaria itinerari turistici

Palazzo Bellisomi location per eventi

Villa Lomellini

La Casa, fu come prima cosa un seminario, poi ricovero per le Ospiti dell’Istituto S. Caterina di Genova e, negli anni successivi, una fiorente scuola di avviamento professionale che ha insegnato a centinaia di ragazzi il mestiere del meccanico e quello di falegname. L’attività scolastica cessò nel 1984 per lasciare spazio al noviziato e all’accoglienza di gruppi per ritiri ed esercizi spirituali. Negli anni ’90, viene infine avviato un progetto di ristrutturazione che cambiò ulteriormente il volto della Struttura dandogli l’attuale connotazione di Centro Congressi e Casa per ferie.

Villa Mazza

Il fabbricato fu costruito all’inizio del 1600 sull’area d’una precedente casa padronale con una antica torre annessa, da Cosimo Lunati.  In seguito subirà numerose modifiche, l’ultima delle quali nel 1935. 

Villa Serpi - Gloria

1743 viveva da secoli la famiglia Delconte. Donna Teresa Delconte, figlia del capitano Giuseppe, ha sposato attorno al 1690 il N.H. Giovanni Nicolao Giorgi, dal quale ha avuto quattro figli. Il primogenito decide di ampliare e ristrutturare i fabbricati materni, nel 1743, “don” Gaspare s’impegna a fare costruire un palazzo nuovo. E’ questa è la storia della nascita della villa. “Don” Pio Delconte si ritrova in seguito unico proprietario del fabbricato. Il figlio Vincenzo è Notaio, sposa Barbara Capsoni ed alla morte del padre eredita la villa di Montebello, ma muore a soli 33 anni nel 1805. Il proprio figlio Pio (stesso nome del nonno) sarà l’ultimo Delconte proprietario di detto fabbricato. Da allora la villa è abitata dalla figlia Gerolama. Dopo la morte di donna Gerolama, avvenuta nel 1885, gli eredi vendono la villa nel 1889 ai conti Enrico e Fanny Mannu Serpi. La villa viene restaurata e sono abbattuti i fabbricati rustici che esistevano a levante di essa e formavano con una delle due ali tuttora esistenti, un quadrilatero che delimitava un cortile interno, al quale si accedeva attraverso un portone di legno sormontato da un arco. Lasciano soltanto la scuderia con soprastante fienile ed una piccola casetta limitrofa. I Serpi risiedevano a Genova ed avevano comprato la proprietà di Montebello . I conti avevano tre figli, Maria sposerà il conte Carlo Gloria. Ed è così che i Gloria arrivarono a Montebello, dove villeggeranno, unitamente ai Serpi, fino agli inizi degli anni ‘980. I Serpi (entrambi scapoli) si sono estinti con la morte del conte Beppe, nel 1960. Qualche anno dopo l’improvvisa scomparsa del conte Alessandro Gloria (figlio di Carlo), avvenuta nel 1981, la villa, a quasi un secolo dall’acquisto, fu dalla moglie Fernanda de la Forest de Divonne e dai figli, venduta alla società Finiper, la quale, dopo averla completamente restaurata, la usa attualmente come uffici.

Palazzo Dal Pozzo

È un grosso edificio di impianto quadrilatero, con corte e torretta d'angolo, ubicato nella parte alta del borgo, nei pressi della chiesa parrocchiale. È tuttora dotato di un ampio parco. La sua pianta chiusa, del tutto insolita per una villa barocca, e la presenza di torrette sporgenti, farebbe pensare che parte dell'attuale costruzione sia costruita utilizzando o inglobando le murature della preesistente fortificazione.

Imponente realizzazione sei-settecentesca, innalzata sul luogo in cui si pensa sorgesse un antico castello del X secolo, in una posizione elevata dalla quale si controllavano i versanti sud e est della collina. La veste attuale non tradisce presenze fortificatorie, se non nell'impianto generale del complesso.

Villa Maresco

un severo edificio di probabile costruzione tardo secentesca. La sua storia è quella meno conosciuta fra le nove ville ancora esistenti nell’ambito del nostro Comune.

Palazzo De Ghislanzoni

proprietà privata

Villa Gatti

La costruzione, iniziata nel 1898, è stata terminata nel 1900. Quell’area era da antico tempo in possesso della famiglia Vacchelli, presente a Montebello già nel 1500, ed assunta, a partire dalla seconda metà del ‘700, ad importante ruolo sociale in paese, in quanto fra alcuni dei suoi membri, vi furono sacerdoti, notai, medici ed agenti.

Ossario "Bell'Italia"

L'ossario è eretto a memoria dei caduti della battaglia di Montebello del 20 maggio 1859 presso l'antico cimitero e contiene le spoglie dei soldati morti nel conflitto. Il camposanto fu trasferito nel 1890 e nel 1958, in occasione del centenario della battaglia, al suo posto dove avvenne lo scontro, è stato realizzato il "Parco Lancieri di Montebello". Il monumento fu progettato dallo scultore milanese Egidio Pozzi in forma di tempietto greco di stile dorico e realizzato in pietra di Verona. Venne inaugurato il 20 maggio 1882 da Tommaso di Savoia, allora Duca di Genova, e completato nel 1906 con l'aggiunta di ulteriori gradoni a quello preesistente alla base. Soprannominato "Bell'Italia" dagli abitanti del paese con riferimento alla statua posta in cima raffigurante l'Italia, la leggenda vuole che il volto della scultura riproduca le fattezze della moglie dell'artista, la montebellese Severina Minoprio. Fu restaurato nel 2009 in occasione del 150º anniversario dell'Unità d'Italia.


Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio

La chiesa e il monastero ad essa associato secondo gli storici sono stati donati, assieme ad altri terreni circostanti, dalla famiglia Delconte ai monaci benedettini che ne hanno avuto il controllo fino 1484. Si crede che la chiesa esistesse già prima dell'arrivo dei Benedettini. Ma dal 1484, anno dell'arrivo dei Gerolamini, il monastero subì delle ricostruzioni che furono concluse nel 1666. A questa data risale il cedimento strutturale di una parte dell'edificio che ha portato alla costruzione di una nuova chiesa grazie ai fondi trovati dal generale dell'ordine dei Gerolamini, padre Floriano Marcellini, il quale assegnò il lavoro all'architetto Martino Taddei. Si possono notare alcune differenze rispetto alla chiesa antica, più piccola e provvista di due cappelle per ogni lato, ciascuna dotata di un altare in laterizio. Dal punto di vista storico, due sono le date da ricordare come fondamentali per l'edificio: il giorno 20 ottobre del 1647, durante il quale le truppe del principe Tommaso di Savoia saccheggiarono la cittadina, e l'anno 1686, quando fu portata la reliquia di San Felicissimo da Roma. L'inaugurazione ufficiale della chiesa avvenne nell'estate del 1675, ma i lavori di restauro si protrassero anche dopo il 1680.


Cappella Lomellini

La cappella fu fatta erigere nel 1890 dal Marchese Giò Batta Lomellini, quando il precedente cimitero che si trovava dietro all'ossario Bell'Italia fu trasferito nella posizione attuale. Per la realizzazione della cappella furono utilizzate parti provenienti dal Lazzaretto di Milano, quali le decorazioni in cotto presenti lungo gli archi, attorno al portale con timpano e sotto la copertura a cassettoni in legno, come testimoniato da una lastra di marmo del pavimento. 

Chiesa di Santa Maria in Loretana

La chiesa sita nella frazione di Genestrello è di impianto cinquecentesco ed è databile intorno al 1480. Gli edifici annessi sono adibiti ad uso di abitazione. Fu costruita in seguito a eventi miracolosi che si verificarono dove il pittore Domenico Bonvicini dipinse su due pilastri le immagini della Madonna Lauretana e di San Francesco rispettivamente. Nel 1677 il pilastro con l'immagine della Madonna fu sostituito con una statua in marmo. Nel 1826 nuovi lavori di restauro resi necessari dalle infiltrazioni di umidità furono finanziati dal Marchese Antonio Lunati. Il campanile originariamente posto sopra la sagrestia fu ricostruito nel 1848 nella posizione attuale dal parroco Don Antonio Maiocchi e accresciuto in altezza dotandolo di una terza campana proveniente dall'oratorio del Marchese Bellisomi.I lavori di restauro si ripeterono anche nel 1933 e negli anni cinquanta e sessanta quando l'ultimo parroco Don Bruno Rolandi, su finanziamento della famiglia Mazza, fece erigere il portichetto all'ingresso e commissionò il rifacimento del pavimento e di alcuni affreschi.


FRAZIONI

Canova Ghiringhelli, Castel Felice, Genestrello, Sgarbina

STORIA

Nell'antichità a Montebello si trovava un insediamento romano, probabilmente una villa dipendente dalla vicina città di Clastidium (l'odierna Casteggio).

Il nome di Montebello ha probabilmente origine dall'ubicazione del paese in cima ad una collina o dal latino "Mons Belli" (monte della guerra), con riferimento alla Battaglia di Clastidium del 222 a.C., raccontata nell'omonima tragedia Clastidium di Nevio e descritta dettagliatamente da Polibio.

Il toponimo compare per la prima volta nella bolla di Papa Urbano II del 29 giugno 1094. Il cavaliere Uberto Delconte (o Del Conte) e i propri parenti, provenienti dai conti palatini appartenenti all'ordine feudale istituito da Carlo Magno, donarono all'ordine Benedettino dei terreni e la preesistente chiesa romanica dedicata ai santi Gervasio e Protasio sorta attorno all'anno 1000 nel castello di Montebello quando i Delconte ne erano feudatari e castellani, con la condizione che fosse posta sotto la protezione del Papato. Con tale bolla il Pontefice confermò all'Abate Alberto i privilegi promessi.

L'edificio venne quindi trasformato in convento attorno al quale si andò formando il paese, che assunse presto notevole importanza. Il monastero ricevette ampie donazioni nei secoli seguenti, divenendo il maggior possidente locale.

Nel 1164 Montebello fu assegnato da Federico I Barbarossa insieme ad altre terre che appartenevano a Piacenza (ma anche a Tortona e Milano) alla città di Pavia, rimanendo però nella diocesi piacentina. Nel 1175 gli eserciti della Lega Lombarda e di Federico si stavano per scontrare nei pressi di Montebello, ma si raggiunse un momentaneo armistizio (pace di Montebello) che rinviava il confronto all'anno dopo (Battaglia di Legnano).

Il 2 febbraio 1256 frate Rubaldo Delconte fondò, attraverso la donazione di edifici e terreni nel borgo del paese al Collegio dei Notai di Pavia, l'Ospedale Santa Caterina per i pellegrini diretti a Roma e Santiago di Compostela e affidandone ad esso l'amministrazione. Proprio questo affidamento portò nel tempo alla costruzione di numerose ville signorili di campagna.

In diversi documenti dal 1259 al 1273 i Delconte risultano come i signori di Montebello, diventandone di fatto i primi feudatari.

Il declino della famiglia Delconte iniziò con il passaggio del feudo sotto l'egida dei Visconti del Ducato di Milano, che nel 1469 insignì la famiglia Beccaria del titolo di Conti di Montebello e che quindi ottenne tutti i possedimenti, compresi i resti del castello che nel 1494 non esisteva già più con funzione difensiva. I Beccaria divennero così i nuovi feudatari del paese.

Sul finire del 1484, nel monastero di Montebello ai Benedettini si sostituirono i padri Gerolamini, che lo trovarono in condizioni rovinose; il monastero fu poi soppresso nel 1782.

Nell'atto di apprensione dalla camera ducale di Milano del 9 agosto 1535 il feudo di Montebello comprendeva anche Verretto, Castelletto Po, Cantalupo e Regalia verso Bressana Bottarone, Borgo Priolo e Torre del Monte, Barisonzo (fraz. di Torrazza Coste), Ca de Guerci, Donelasco, Golferenzo, Retorbido, Montecalvo, Volpara e Rocca de Giorgi.

Nel 1542 Galeazzo Beccaria venne confermato feudatario di Montebello ma nel 1631 la morte del conte Claudio segnò l'estinzione della famiglia e il feudo fu acquistato dallo spagnolo Rodrigo Orozco de Rivera, Marchese di Mortara.

Nel 1634 Montebello fu censito per fini fiscali come appartenente all'Oltrepò fra le terre del Principato di Pavia.

In seguito, tramite le nozze della figlia del nuovo feudatario, questo passò a Felice Machado de Silva, che nel 1638 ne divenne Marchese. In questo periodo la popolazione del feudo era composta da 563 famiglie, di cui sessanta a Montebello, quaranta a del Monte, trenta a Golferenzo, trenta a Volpara, quaranta a Donelasco, quattro a Borgo Priolo, otto a Barisonzo e trentadue a Castelletto.

Nel 1650 il feudo fu scorporato con la vendita delle terre di Montecalvo, Volpara, Golferenzo, Soriasco, Torre del Monte, Ca de Guerci e Borgo Priolo al marchese Gerolamo Dal Pozzo. Nel 1682 il Antonio Machado de Silva vendette le terre rimanenti di Montebello, Verretto, Cantalupo e Castelletto a Paulo Spinola Doria di los Balbases duca di Sesto, genovese naturalizzato spagnolo che fu governatore di Milano, la cui famiglia tenne il feudo fino all'abolizione del feudalesimo nel 1797.

Il 13 settembre 1743, con il trattato di Worms, Montebello e tutto l'Oltrepò entrarono a far parte del Regno di Sardegna ed in particolare della provincia di Voghera, passando così sotto il controllo dei Savoia.

Nella battaglia avvenuta a Montebello il 9 giugno 1800, i Francesi al comando dei generali Lannes e Victor vi sconfissero gli Austriaci guidati dal generale Ott. Per questa vittoria il generale Lannes fu insignito nel 1808 del titolo di Duca di Montebello.

Nel 1817 le parrocchie di Montebello e Genestrello passarono dalla Diocesi di Piacenza a quella di Tortona.

Nel 1818 a Montebello fu aggregato il piccolo comune di Canova Ghiringhelli (anticamente nota come Casa de' Ghiringhelli), all'estremità settentrionale del territorio, che non aveva mai fatto parte in precedenza del feudo di Montebello. Il 9 aprile dello stesso anno qui nacque padre Luigi Celestino Spelta, dell'Ordine dei Frati Minori Osservanti Riformati, vescovo di Tespia e vicario apostolico di Hupeh (o Hu-pè) dal 17 settembre 1848, poi dal 24 gennaio 1860 visitatore apostolico dell'Impero di Cina e regni adiacenti.

Nel 1824 don Pietro Martire Beccaria Giorgi vendette molte proprietà appartenenti al monastero al Collegio Gesuitico di Genova; i Gesuiti rimasero a Montebello fino alla loro cacciata dal regno.

Il 20 maggio 1859 a Montebello fu combattuta un'altra celebre battaglia, preludio dell'unificazione d'Italia, durante la quale la cavalleria sardo-piemontese agli ordini del colonnello de Sonnaz e la fanteria francese guidata dal generale Forey costrinsero le forze austriache del generale Stadion a ritirarsi oltre il Po. Con il Decreto Rattazzi dello stesso anno Montebello passò sotto la Provincia di Pavia, mandamento XII di Casteggio, circondario IV di Voghera.

Con l'avvento della rivoluzione industriale a Montebello fu fondata a metà dell'Ottocento una fornace poi "Mole Patronale" in località Fornace che diede stimolo alla trasformazione dei gruppi di braccianti e piccoli artigiani in maestranze industriali. Ciò fece nascere anche la necessità di tutelare questi nuovi attori della scena sociale ed economica; così nel 1879 venne fondata da Pippo Venco la Società Operaia e Agricola di Mutuo Soccorso (SOAMS). La costruzione della sede (conosciuta come "Salone") iniziò nel 1907 con il progetto dell'ingegnere Vandoni e l'inaugurazione avvenne nel 1913. Il merito della società fu oltre all'attività mutualistica anche quello di fornire un punto di riferimento per la vita sociale attraverso l'organizzazione spettacoli, raduni, feste e balli.

Nel dopoguerra venne avviato un processo di edificazione che iniziò con la costruzione nel 1922 del nuovo edificio comunale con annesse scuole, trasferendoli così dal palazzo affacciato sul palazzo della Chiesa (la parte verso il Monumento al Cavalleggero di proprietà del comune, la parte restante dei Baroni De Ghislanzoni) che ne fu la sede a partire dal 1851. Questo fu inaugurato il 20 maggio 1924. Dello stesso periodo la realizzazione di Viale Rimembranza. Sempre nel 1924 il marchese Gianni Lomellini, dopo aver lasciato il paese per divergenze politiche, vendette la villa alla società "Comm. Quirici Gerolamo e Figlio" di Rivanazzano, la quale dopo aver sopraelevato le dipendenze di un piano, portandole così ad altezza maggiore della villa, vi insediò una filanda. Nel 1932 Don Orione acquistò il complesso per trasformarlo in seminario.

Negli anni venti il paese fu dotato di rete per la distribuzione della corrente elettrica.

Tra il 1927 e il 1928 l'ufficio araldico romano assegnò a Montebello lo stemma della famiglia Delconte, che ne erano stati i primi feudatari.

Nel 1948 iniziarono i lavori per realizzazione dell'acquedotto comunale, seguiti nel 1960 e nel 1962 da quelli di asfaltatura delle strade e di metanizzazione rispettivamente.

In ricordo della Battaglia di Montebello del 1859, con Decreto del presidente della Repubblica 21 gennaio 1958, n. 145 il comune di Montebello ricevette la nuova denominazione di "Montebello della Battaglia".

Nel luogo dove si svolse la battaglia si trova l'Ossario "Bell'Italia"; è possibile visitarlo tutti gli anni la domenica prima del 20 maggio, quando per ricordare lo scontro si svolge un corteo al quale partecipano anche i Lancieri di Montebello.

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