Castello di Urio location per eventi
Villa ai Cedri
L’attuale villa sorge su di un’antica residenza del ‘700. Modificata quasi radicalmente nella sua simmetria agli inizi dell’800 dai conti Sormani, che volevano dare alla villa un forte legame con la natura circostante. Inoltre furono create ex novo le serre, le scuderie e la sala d’armi.
Nel ‘900 per circa un trentennio, la villa fu di proprietà della famiglia Draghi che chiamò la villa “ai Cedri” per via delle piante nel giardino. Durante questo periodo furono ospitati in villa numerosi personaggi della storia italiana tra cui lo statista Alcide De Gasperi.
Nel 1994 la villa fu acquistata dalla famiglia Guarisco proprietari dell’omonima Società Tessile. Anche questi ultimi proprietari hanno ristrutturato la villa mantenendone il fascino della sua storia sia negli interni che nell’armonia con il paesaggio.
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta a Urio
fu ricostruita nel 1865 da un originale romanico che, dai documenti della visita pastorale del Vescovo Ninguarda nel 1592, si presume fosse orientata al contrario dell'attuale e avesse due campanili e un sagrato ombreggiato da platani. In seguito ai rifacimenti, la chiesa assunse un aspetto rinascimentale e fu dotata di un'abside barocca rivolta verso occidente. Un campanile fu asportato dall'esondazione del torrente sottostante finendo nel lago. Il superstite, ristrutturato, ha mantenuto i due ordini di bifore sormontate da arco di scarico. L'interno, a navata unica e cappelle laterali, racchiude dipinti soprattutto rinascimentali e due tavole, una coi SS. Rocco e Domenico e l'altra dedicata all'Assunta. Tra le tele del '500 e '600 conservate nella chiesa, si trovano inoltre una rappresentazione dell'Immacolata, di iconografia morazzoniana, e una Crocefissione attribuita a Bartolomeo Montagna.
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo a Carate
elevata alla dignità di parrocchiale 1537, presenta un interno barocco mosso da stucchi, freschi, scagliole e tele (notevole quella dedicata ai santi titolari nel presbiterio).
Entrando, ci si presentano numerose opere d'arte, per lo più affreschi del XV secolo. Sull'altare maggiore è riposta una pala della Madonna col bambino fra i Santi. Questa chiesa è visitabile solo nei giorni 28 e 29 luglio. Dal sagrato della chiesa, vista aperta sul primo bacino del lago e sui monti.
Santuario della Santissima Trinità
L'omonima via della frazione di Cavadino conduce al Santuario di Pobiano, la cui storia è legata a un affresco della Santissima Trinità ivi conservato. Sul finire del XVI secolo, Cavadino fu meta di immigrazione dalle altre zone del paese che vennero temporaneamente abbandonate, probabilmente a causa della peste del 1577. In questo periodo si assistette al crollo di una cappella, che cadde lasciando tuttavia integro il muro recante l’affresco. Verso la metà del Seicento la popolazione decise di erigere una piccola chiesa per custodire l’affresco, ritenuto miracoloso, a cui dedicarono la chiesa stessa.
STORIA
Secondo alcuni studi, il toponimo "Carate" sarebbe di origine celtica, significa "luogo della pietra" e sarebbe da attribuire alla presenza, nel territorio, delle cave di sasso di Moltrasio, usato fin dall'antichità per finalità edilizie.
Per il toponimo "Urio" sono invece state formulate due ipotesi, una legata alla popolazione degli Orobi e l'altra al termine greco ὅρος (oros), cioè "monte".
La comunità cristiana si sviluppò compatta sin X secolo d.C., periodo al quale si possono far risalire le prime chiese sorte sul territorio. Il ritrovamento di tombe galliche e lapidi romane testimoniano un'origine antica.
Il comune di Carate Urio venne creato nel 1927 dalla fusione dei comuni di Carate Lario e Urio.
Come gran parte dei comuni limitrofi, il 27 luglio 2021 anche il paese di Carate Urio fu colpito da un'alluvione, durante la quale si registrò il crollo di un ponte presso la frazione di Cavadino.
A partire da almeno il 1510 e fino al XVII secolo Carate non era una comunità a sé stante bensì era accorpata al comune di Laglio, che faceva parte della pieve di Nesso del Ducato di Milano.
Nel 1647 Carate divenne feudo della famiglia di Francesco Gallio duca D'Alvito, che vi manteneva i diritti feudali ancora nella seconda metà del XVIII secolo, quando il comune di Carate risutava anche comprendere i cassinaggi "Cassina Somajna" e "Cassina Restresio".
Una nuova aggregazione con Laglio fu sancita da un decreto napoleonico datato 1807. La decisione fu tuttavia abrogata con la Restaurazione, che comportò una ricostituzione del comune di Carate all'interno della provincia di Como del Regno lombardo-veneto da parte degli austro-ungarici.
Quando nel 1859 le province della Lombardia furono temporaneamente annesse al Regno di Sardegna, il comune aveva la denominazione di "Carate Lario". Fino all'unione con Urio del 1927, Carate Lario seguì le vicende del resto della provincia di Como.
Urio a partire da almeno il 1510 e fino al XVII secolo Carate non era una comunità a sé stante bensì era accorpata al comune di Laglio, che faceva parte della pieve di Nesso del Ducato di Milano.
Nel 1647 Carate divenne feudo della famiglia di Francesco Gallio duca D'Alvito, che vi manteneva i diritti feudali ancora nella seconda metà del XVIII secolo, quando il comune di Carate risutava anche comprendere i cassinaggi "Cassina Somajna" e "Cassina Restresio".
Una nuova aggregazione con Laglio fu sancita da un decreto napoleonico datato 1807. La decisione fu tuttavia abrogata con la Restaurazione, che comportò una ricostituzione del comune di Carate all'interno della provincia di Como del Regno lombardo-veneto da parte degli austro-ungarici.
Quando nel 1859 le province della Lombardia furono temporaneamente annesse al Regno di Sardegna, il comune aveva la denominazione di "Carate Lario". Fino all'unione con Urio del 1927, Carate Lario seguì le vicende del resto della provincia di Como.
FRAZIONI
Cavadino, Greppone, Lestresio, Olzavino, Pangino, Riva,
Nessun commento:
Posta un commento