MUSEO UNIVERSITA' DI PAVIA a Pavia (Pv)

Il nucleo originario delle principali collezioni del Museo si può far risalire alle riforme teresiano-giuseppine.

Nella seconda metà del Settecento il clima riformistico dell’Illuminismo coinvolse anche l’Università di Pavia, sino allora appendice quasi dimenticata dell’impero. L’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e il suo erede Giuseppe II, monarchi illuminati, si occuparono della rinascita e del rifiorire dell’antica Università, promuovendo riforme di carattere didattico-scientifico e un rinnovamento edilizio.

Vennero approvati dal Magistrato Generale degli Studi un Piano Didattico (1771) e un Piano Scientifico (1773) per disciplinare l’accesso degli studenti alle facoltà, la chiamata dei professori – i migliori per fama e valore scientifico – e la razionalizzazione degli insegnamenti a favore di una didattica moderna, d’impronta sperimentale.

Sorsero, a questo scopo, le nuove strutture: la biblioteca, il teatro anatomico, il teatro fisico, il museo di storia naturale, il laboratorio di chimica, l’Orto botanico e i gabinetti di fisica sperimentale e di anatomia.Nella sezione di medicina, articolata in tre sale, si conservano strumenti e preparati che rimandano all’attività della scuola anatomica di Antonio Scarpa(1752-1832), ai progressi nel campo della chirurgia e della clinica attraverso i secoli XIX e XX, con figure quali Luigi Porta (1800-1875) e Carlo Forlanini (1847-1918), e all’attività della scuola scientifica fondata da Camillo Golgi (1843-1926), il primo italiano a vincere il premio Nobel per la medicina grazie alla messa a punto di un metodo istologico che pose le basi delle moderne neuroscienze.

Nella sezione di fisica è stato ricostruito il Gabinetto di Fisica di Alessandro Volta (1745-1827), che si trovava originariamente al primo piano, affacciato sul portico legale, in locali adiacenti al Teatro fisico. Sotto la direzione di Volta, a partire dal 1778, il Gabinetto venne attrezzato con gli strumenti più nuovi per la didattica e la ricerca e divenne un luogo ammirato da numerosi visitatori italiani e stranieri.

Una seconda sala accoglie gli strumenti utilizzati dai successori di Volta nel corso dell’Ottocento.

Il Museo conserva anche un archivio che copre un arco cronologico dall’inizio del XV al XX sec. La documentazione, particolarmente interessante per quanto riguarda la storia della medicina, costituisce una importante integrazione di quanto conservato all’Archivio di Stato di Pavia (antico archivio dell’Università) e all’Archivio storico dell’Università.Orari Museo: da lunedì a venerdì dalle 7 alle 15; sabato dalle 7 alle 15.

Orari biblioteca: lunedì – venerdì, 8.30 – 18.00.

Biglietto museo: 5 €.
Biglietto orto: 3 €.
Biglietto biblioteca: gratis.

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