LUOGHI MANZONIANI

I luoghi manzoniani ad oggi visitabili non sono molti, perché tanti edifici sono di proprietà privata, di alcuni restano sole le vestigia, ma certamente è possibile immaginare ed avere un quadro generale con la conoscenza del romanzo e spostarsi per scoprire i luoghi manzoniani a Lecco.

A Lecco, su quel ramo del Lago di Como, le peripezie di Renzo e Lucia sembrano prendere vita: passeggiando sembra quasi di scorgere il buon Fra’ Cristoforo e, in lontananza, il Castello dell’Innominato incute ancora un certo timore.

Villa Manzoni

dimora che fu la residenza della famiglia per ben due secoli e vide crescere il giovane Alessandro.

Nelle stanza dove Manzoni ha trascorso la sua infanzia e giovinezza, da queste stanze lo scrittore poteva ammirare la cornice delle montagne lecchesi e godere del dolce fluire delle acque del fiume Adda e del lago di Como. Oggi Casa Museo, la villa ospita al piano terra, il Museo Manzoniano, dove si snoda un percorso espositivo che ci fa rivivere la storia dello scrittore e del suo capolavoro letterario.

Orari: Da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 17.30, sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00
Indirizzo: Via Don Guanella 1, Lecco
Contatti: 0341481247
borgo di Pescarenico
con le sue viuzze e le case addossate le une alle altre, pare tornare al XVII secolo, quando il rione era popolato da pescatori. Il Manzoni, che ben conosceva queste zone perché confinanti con la proprietà di famiglia, citò espressamente il nucleo di Pescarenico nel suo romanzo.

Nel secolo XVII costituiva un villaggio ai cui abitanti era concesso il diritto di pesca nel tratto fluviale prospiciente il paese, ricco in fauna ittica. Le barche dei pescatori venivano tirate a secco nell'approdo vicino a piazza Era, che era la piazza del quartiere.

Nel 1576 alla presenza del governatore spagnolo Mendoza, cavaliere di Sant'Jago e governatore della piana di Lecco, venne costruito un convento di cappuccini per adempiere ad una loro richiesta di avere un altro convento oltre ai loro conventi di Bergamo, Domaso e Como, secondo gli storici L. Gualtieri di Brenna e Cesare Cantù il governatore in persona «...andò in giro col bacile a raccogliere limosine per quell'edilìzio. E si perpetuò l'usanza che ogni anno le parrocchie del Territorio, alle rogazioni e a san Francesco, venisser processionalmente al convento a far un'offerta, e udire la messa cantata dal prevosto di Lecco; finché uno di questi, che poco se la dicea coi frati, interruppe la consuetudine».

Questo convento venne danneggiato da un terremoto, senza esserne distrutto, la notte del 12 giugno 1646, secondo l'elenco dei terremoti storici compilato da Mercalli (1888). Accanto al convento venne eretta la chiesa conventuale, dedicata, come il convento, a San Francesco. Il complesso venne affidato ai frati francescani, i quali lo adibirono ad alloggio per i confratelli provenienti da Bergamo che si recavano a Como o Domaso.

Nel 1810 il convento fu soppresso per volere di Napoleone Bonaparte e la chiesa venne riattata, specie nella facciata, attribuita all'architetto Giuseppe Bovara, e dedicata a San Materno, associato più tardi a Lucia, presumibilmente in omaggio al Manzoni. Tra i documenti del Ducato di Milano, Pescarenico risulta parte del comune di Lecco già dal 1757.

È l'unico luogo di Lecco citato esplicitamente da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. A Pescarenico lo scrittore ubicò il convento dei Cappuccini in cui vivevano Fra Cristoforo e fra Galdino e da questo paesino, nella vicinanza della foce del Bione (un piccolo torrente che scorre in zona finendo nell'Adda) si allontanerà in barca Lucia per fuggire dalle mire di Don Rodrigo.

Sempre di Pescarenico è il pesciaiolo che porterà ad Agnese e Lucia notizie del loro paese natale, quando queste erano rifugiate a Monza.

Anche la chiesa e l’ex convento dei Cappuccini meritano una visita.

 durante il mese di luglio regata dei batei e delle lucie in occasione della Sagra dei Pescarenech


Casa di Lucia

la presunta casa di Lucia è sita in Via Caldone al civico 19 nella frazione di Olate (all'epoca località separata da Lecco); designata da vari studiosi di topografia manzoniana come il paesello degli Sposi, è un tipico esempio di architettura spontanea lecchese. Attraverso un portale, decorato da un'Annunciazione cinquecentesca, si passa nel rustico cortiletto, dominato da una vecchia torre anche se tuttavia non è visitabile in quanto risulta essere una residenza privata. La tradizione popolare ricorda un'altra casa di Lucia in via Resegone, nella frazione di Acquate, dove si trova un'antica trattoria e dal cui cortile si osserva chiaramente la collina del Palazzotto di Don Rodrigo.

  • Chiesa di Don Abbondio
  • Piazza Sagrato Don Abbondio, 1
  • Nel rione di Olate si trova la Chiesa dei Santi Vitale e Valeria che, per la gran parte degli studiosi manzoniani, è la parrocchia dei Promessi SPosi. Fu ricostruita nel 1767 ed ampiamente rimaneggiata nel 1934. Della struttura originaria conserva soltanto il campanile.
  • "Venne la dispensa, venne l'assolutoria, venne quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono sposi".
  • Palazzotto di Don Rodrigo

    La villa, ricostruita nel 1938, è considerata secondo gli studiosi di topografia manzoniana come la residenza di Don Rodrigo descritta nel romanzo I Promessi Sposi. RESIDENZA PRIVATA  - Via Allo Zucco, 6


  • convento di Padre Cristoforo
  • Fra Cristoforo, figura molto importante dei Promessi Sposi, era un Cappuccino ed il suo convento viene puntualmente localizzato da Manzoni nel rione di Pescarenico.
  • La chiesa fu costruita nel 1576 per volere del governatore spagnolo Hurtado de Mendoza e ospitò i Cappuccini fino al 1810, anno in cui Napoleone decise la soppressione dell’ordine.
    Dell’antica struttura conventuale restano tracce nel cortile e nel portico dove si affacciavano le celle dei frati. Nel corso degli anni la chiesa è stata oggetto di rivisitazioni, per esempio la facciata neoclassica è un progetto dell’architetto lecchese Giuseppe Bovara e il campanile triangolare è del Settecento.

    Dedicata ai santi Lucia e Materno, la chiesa presenta un’unica navata rettangolare con un pregevole altare maggiore ligneo risalente al Cinquecento.
    Singolare e caratteristica un’opera costituita da nove cassette di vetro, contenenti composizioni in cera policroma, riferibili alla cultura napoletana del tardo Seicento, che rappresentano scene di vita dei Santi Francesco e Chiara da Assisi.
    Ad arricchire l’interno una spettacolare pala del Seicento, dipinta da Giovan Battista Crespi detto il Cerano, raffigurante Francesco e Gregorio Magno adoranti la Trinità.
    Il convento e l’annessa Chiesa si trovano sulla strada principale che congiunge Lecco a Bergamo. - Piazza Padre Cristoforo

  • castello dell'Innominato
  • Tra i luoghi manzoniani a Lecco il Castello dell’Innominato ha il suo fascino legato alla storia della prigionia di Lucia presso il castello del “terribile uomo“.
  • Questo sito non trova nei Promessi Sposi una precisa localizzazione, infatti Alessandro Manzoni scrive “del nome, nulla”, ma tradizionalmente viene  localizzato a Vercurago, nell’alta frazione di Somasca.
  • Qui si trovano i resti della fortezza che nel Trecento è stata un castello di proprietà della famiglia Visconti, anche se lo stesso fu costruito partendo da fortificazioni di epoca carolingia.
    L’Innominato non è un’invenzione letteraria di Alessandro Manzoni, infatti pare che lo scrittore si sia ispirato a Bernardino Visconti.
    La tradizione vuole che il Visconti avesse residenza presso il castello e la sua storia di crimini, pentimento e conversione si rispecchia nella descrizione della figura dell’Innominato.

    Ad oggi dell’antica fortezza si conservano intatti il muro perimetrale, parte dei bastioni difensivi e alcune torri, mentre gli spazi coperti e le cappelle presenti sulla sommità sono state in gran parte ricostruite in tempi successivi.
    Le mura originarie sono state in parte danneggiate dalle cannonate sparate dagli austro-russi contro i francesi, che si erano asserragliati presso la fortezza di Somasca durante la riconquista di Lecco nel 1799.
    La lunga scalinata che porta al castello è anch’essa originaria ed è stata scavata direttamente nella roccia.
    Parte della vecchia struttura fortilizia nel Cinquecento fu convertita da San Girolamo Emiliani in strutture per ospitare gli orfanelli. - Via alla Basilica, 1, 23900 Vercurago LC

  • casa del sarto
  • Lucia, rapita e tenuta prigioniera presso il castello dell’Innominato trova nuovamente la libertà grazie alla pietà e al ravvedimento dell’Innominato, che si è convertito dopo il colloquio con il cardinal Borromeo nella chiesa del Beato Serafino, nel rione di Chiuso.
  • Don Abbondio e una buona donna, mandata proprio dal curato di quel villaggio, presso il quale era in visita il cardinale,  si recano al castello per prendere Lucia.
    La lettiga su cui viaggiano si allontana dal castello e scende lungo la valle allontanandosi, per poi svoltare su per la piazzetta al cui fianco sorgeva la casa del parroco e lì vicina la casa della donna, moglie dell’umile ma acculturato sarto del villaggio. Qui Lucia trova ospitalità e ristoro dopo la sua liberazione ed incontra la madre Agnese.
    La loro casa fu espressamente citata da Alessandro Manzoni nella prima stesura del romanzo Fermo e Lucia: il piccolo isolato di Chiuso, descritto dallo scrittore, mantiene ancora le caratteristiche originali.

    La casa è un esempio di architettura rurale del Seicento, oggi ristrutturata, con un portale in pietra.
    Attualmente abitazione privata, non è visitabile. - Via del sarto, 17

  • chiesa del Beato Serafino
  • Alessandro Manzoni, per la realizzazione dei Promessi Sposi, fu ispirato sì dalla bellezze naturalistiche di Lecco e da alcuni luoghi dei suoi rioni, ma anche da figure realmente esistite come il curato di Chiuso, don Serafino Morazzone.
  • Lo scrittore, nella prima redazione del romanzo del 1822, intitolato Fermo e Lucia, nominava Chiuso indicandolo come “l’ultimo borgo collocato al confine tra il territorio di Lecco e quello di Bergamo”  e citava le virtù del suo curato dicendo che “era un uomo che avrebbe lasciato di sé una memoria illustre, se la virtù sola bastasse a dare gloria fra gli uomini”. Questo passaggio fu poi eliminato dalla versione definitiva.

    La piccola chiesa si trova fronte strada sulla provinciale che collega Lecco a Bergamo ed oggi è conosciuta come chiesa dedicata a San Giovanni Battista.
    Di origine romanica, presenta la tipica struttura con una sola navata e facciata a capanna. La ricchezza di questa chiesa è racchiusa al suo interno, dove è conservato un pregevole ciclo di affreschi, risalenti al Quattrocento e attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo.

    Attenzione, perché non è qui che avviene la conversione dell’Innominato, bensì nella canonica di Chiuso, a poca distanza dalla Chiesa dedicata al Beato. L‘Innominato scende in paese dove la gente è allegra perché festeggia la visita del Cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano. L’incontro tra i due avviene proprio nella chiesa del curato del paese vicino al castello dell’Innominato.
    Attualmente annesso alla Chiesa di Chiuso è visitabile il museo dedicato a Beato Serafino Morazzone. Oltre a documenti ed oggetti legati al Beato si possono vedere anche le litografie originali dei Promessi Sposi realizzate da Roberto Focosi intorno al 1830, donate alla parrocchia negli anni scorsi da Ugo Riva. -  Corso Bergamo, 116

  • casa di Agnese
  • Agnese, madre di Lucia, nei Promessi Sposi, la vediamo sempre legata alla figura della figlia e alla sua storia d’amore travagliata.
  • Dal II capitolo quando tiene la mani alla figlia, che si accinge a sposare il suo Renzo; quando fugge lungo l’Adda con i due innamorati verso Monza, per trovare rifugio e protezione al convento della monaca di Monza, alla fine quando accudisci i figli nati dal matrimonio.

    Di lei si apprende che è originaria della Valsassina quasi alla fine del romanzo, quando in città imperversa la peste e per cercare di mettersi in salvo si rifugia a Pasturo, dove poi Renzo si reca per ritrovarla. Proprio dal dialogo tra Renzo e don Abbondio scopriamo il paese d’origine dell’umile Agnese.

    La casa di Agnese era un tipico edificio di architettura spontanea, con una corte antistante e porticato. La facciata lineare era alleggerita dalla presenza di archi.
    Oggi purtroppo, a seguito di una recente ristrutturazione, si è perso lo stile rurale, infatti gli spazi vuoti creati dagli archi e dal sottotetto, utilizzato nel passato per riporvi legna e affini, sono stati chiusi dalle finestre e da una fascia in legno, tipica delle abitazioni di montagna.
    L’edificio è residenziale e pertanto non visitabile. -  Via Parrocchiale, 9 – Pasturo 

  • Castello di Lecco

  • Alessandro Manzoni ha scelto il Seicento come epoca in cui ambientare i suoi Promessi Sposi e ai quei tempi Lecco era un borgo fortificato, che comprendeva un castello, fatto costruire nel Trecento da Azzone Visconti.

  • Del castello menzionato dallo scrittore resta visibile ai giorni nostri la sua torre, detta Torre Viscontea, in pieno centro storico nella signorile Piazza XX Settembre.

    Il borgo lecchese era fortificato e la sua cinta muraria a forma triangolare costituiva un sistema difensivo di tutto rispetto, che venne potenziato proprio dagli Spagnoli a partire dalla seconda metà del Cinquecento.
    Infatti vennero rafforzate le difese delle tre porte d’ingresso al borgo e furono costruiti gli spalti al di là del fossato. Venne anche realizzato un grande bastione rotondo, postazione cannoniera, che oggi funge da base per il campanile della Basilica di San Nicolò.
    Il tratto della cinta muraria più evidente, rimasto intatto ed ancora visibile, è il vallo delle mura, alle cui spalle fa capolino il palazzetto dei Governatori Spagnoli , attualmente sede della Biblioteca Civica.


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