MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
Castello di Vigevano e strada coperta
Ecomuseo della Roggia di Mora Bassa
Villa Cascina Sforzesca
Palazzo Crespi biblioteca
Eretto nel 1893 da Giuseppe Crespi, fondatore dell'omonimo cotonificio, fu acquistato dai signori Gagliardone e poi dai Biffignandi; successivamente venne ceduto al P.N.F. come Casa del Fascio. Nel secondo dopoguerra passò al Comune che, dal 1966, vi ospita la Biblioteca, intitolata nel 1983 allo scrittore vigevanese
Le facciate mostrano paraste e tamponamenti a bugnato liscio al primo piano, mentre i piani superiori restano decorati con le sole paraste; le finestre sono incorniciate con timpano a motivi geometrici e si alternano a balconate in pietra con pilastrini al primo piano e in ferro battuto decorato al secondo piano. All'interno lo scalone d'onore si articola in quattro rampe ad andamento ottagonale con gradini in marmo. Alcune delle sale conservano affreschi ai soffitti con temi decorativi e figurativi in stile liberty. Adiacente al palazzo, un giardino cintato conserva antichi alberi ad alto fusto.
La biblioteca è aperta Martedì e Giovedì dalle 10 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18,30. Mercoledì dalle 14,30 alle 18,30. Venerdì dalle 14,30 alle 18,30 e dalle 20,30 alle 23. Sabato dalle 10 alle 13.
Palazzo Vescovile visitabile in alcuni periodi dell'anno
Il Palazzo Vescovile è una tipica dimora cinquecentesca, costruita per volere di Galeazzo Pietra, primo vescovo di Vigevano. Tra i vescovi illustri ad avervi abitato vi è Caramuel, o Giuseppe Maria Scarampi, che, nel Settecento, creò la galleria. Qui si possono ammirare anche dei dipinti ovali con paesaggi e rovine, con animali, sovrapporte con nature morte e fiori o scene d'ambiente.
Nelle sale è raccolta una ricca pinacoteca che comprende una Madonna con bambino, un quadro del Cerano sul martirio di San Dionigi, un San Giovanni Battista del '700 e una Pietà con i santi Giovanni Battista ed Evangelista di fine '500.
Il 10 agosto 1848, in una delle sale del palazzo, fu firmato l'armistizio di Salasco tra gli eserciti piemontesi e austriaci alla fine della prima guerra d'indipendenza. Nello scalone d'onore è presente un affresco in ricordo della visita di Carlo V del 14 marzo 1533: l'imperatore, a capo scoperto, indossa una possente armatura ed è sovrastato da due angeli che reggono una colonna e una croce. Sulle pareti laterali infine sono raffigurate le piante della diocesi come erano nel 1532 e nel 1817.
Palazzo Sanseverino
Costruito nel 1492 sotto la direzione di Sebastiano Altavilla di Alba come abitazione di Galeazzo Sanseverino comandante la guarnigione sforzesca e sposo di una figlia naturale di Ludovico il Moro, nel 1496 viene trasformato dal Moro in fortezza, con la costruzione di una cinta muraria con quattro torri tonde ed un fossato a circuito del palazzo e del suo giardino, che viene quindi chiamata "Rocca Nuova" in contrapposizione alla rocca edificata da Luchino Visconti, situata ad est dell'abitato che viene così denominata "Rocca Vecchia".
Teatro Cagnoni
Iniziato nel 1871 e inaugurato nel 1873, il Teatro Cagnoni si rese necessario dopo che per anni gli spettacoli avvennero in situazioni riadattate. L'esterno dell’edificio ha le caratteristiche tipiche dell'architettura eclettica ottocentesca con modanature marcapiano e semplici cornici alle finestre. All'interno, l'ampio foyer dà accesso alla platea mentre due rampe di scale portano ai tre ordini di palchi, al loggione e al Ridotto. Corso Vittorio Emanuele II, 45
Palazzo Saporiti
Il primo Palazzo Saporiti fu costruito nel 1828 ad opera dell'architetto Giacomo Moraglia e nel 1830 il marchese Marcello Saporiti ne fece donazione al comune di Vigevano perché diventasse sede delle scuole secondarie e, sino al 1857, di un corso universitario della scuola di legge per notai e causidici. Dopo circa trent'anni il marchese Apollinare Rocca Saporiti donò un nuovo edificio, quasi dirimpetto al precedente, sempre da utilizzare per istituzioni scolastiche.
L'edificio più recente è sede del liceo "Benedetto Cairoli" dal 1887, anno in cui il Ministero ha dichiarato governativo quest'ultimo.
Palazzo Civico
L'edificio, in cui oggi trova posto la sede del Comune, venne costruito a partire dal 1768 su progetto dell'architetto Martinez ed ultimato nel 1821. Nel 1911 divenne sede del Municipio; precedentemente era stato un Ospedale civile, in cui confluivano tutte le attività d'assistenza, svolte fino allora da istituti sanitari antichissimi, attivi già dal Cinquecento.
La facciata principale ha uno stile caratteristico tardo settecentesco, con muri rivestiti di bugnato piatto da cui sporgono modanature, mensole e timpani triangolari. Lo scalone che porta al primo piano si apre nel cortile, porticato. Qui vennero portate sette lunette provenienti dall'antica chiesa del Castello Sforzesco e dipinte da Bernardo Ferrari, artista vigevanese. Esse raffigurano i santi Ambrogio, Pietro, Giacomo, Gerolamo, Caterina, Andrea e il Battista.
Il palazzo si sviluppa su tre corti che presentano caratteristiche architettoniche diverse secondo i mutamenti occorsi nel tempo.
Palazzo Roncalli visitabile in alcuni periodi dell'anno
Sorge in Via del Popolo. L’edificio, dal 1812 di proprietà della famiglia Roncalli, fu risistemato a partire dal 1847 con le caratteristiche attuali. Alla sua morte il senatore Roncalli, discendente di una delle più note famiglie nel campo imprenditoriale vigevanese e del Regno Sabaudo, lo lasciò alla città di Vigevano per erigervi un istituto di arte e mestieri per l’incremento negli studi e nelle arti dei più poveri e bisognosi della città. La facciata è ornata da un bugnato e le lunette delle finestre del primo piano sono arricchite da formelle di pietra di Viggiù dalle quali si stagliano i busti di Tasso, Volta, Raffaello, Canova, Dante, Petrarca, Palladio, Colombo, Galilei, Alfieri, eseguiti dallo scultore Bottinelli. Il portone d'ingresso è della seconda metà dell’Ottocento e il bel cortile è decorato da portici. Notevole è anche il secondo cortile, che ospita una fontana a muro del 1793 e dal quale si accede per gli uffici della Fondazione. Le sale interne sono riccamente decorate con affreschi e stucchi e impreziosite da mobili d'epoca. Un recentissimo restauro, completato nel 2010, ha rinnovato e restituito all’antico splendore il salone di rappresentanza – noto come “Sala Ottocento” e posto al primo piano – e l’ex “Sala Saldatura”. Roberta al 339 3429000 o scrivere a fondroncalli@tin.it
Piazza Ducale
Cattedrale Sant'Ambrogio
Consacrata il 24 aprile 1612, fu iniziata da Francesco II Sforza nel 1532, su progetto di Antonio da Lonate dopo aver demolito in gran parte quella precedente (della quale fu salvata la parte absidale) risalente alla seconda metà del Trecento, ma edificata su fondamenta ben più antica.
chiesa di San Pietro Martire
Eretta nel 1445 e dedicata a san Pietro Martire con l'annesso convento dei frati domenicani come attestato dalla bolla pontificia conservata presso l'archivio storico di Vigevano, venne consacrata nel 1480. In puro stile gotico lombardo con campanile a base ottagonale, si presenta a croce latina imperfetta con pilastri polistili, terminante con coro poligonale alto con sottostante cripta il cui accesso è dato da due ingressi ai lati del presbiterio rialzato. Nella cripta è conservato il corpo del beato Matteo Carreri, patrono di Vigevano, che visse e morì (1470) nell'attiguo convento.
chiesa di San Francesco
Venne edificata fuori dalle mura cittadine nel 1379, un anno dopo la costruzione del convento dei Frati Minori. Era più piccola, orientata diversamente e occupava lo spazio dell'attuale transetto. Ampliata nel 1447, subì una radicale trasformazione con la totale ricostruzione e il cambio di asse tra il 1465 e il 1470.
chiesa della Madonna della Neve
Venne costruita sul luogo dove vi era la piccola chiesa di Santa Maria dei Pesci poi distrutta, nel 1600 e dalla quale si prese l'antica icona che venne trasportata nella nuova chiesa. Nel 1607 vi si insediò la confraternita della Morte. Venne poi restaurata nel 1728 e nel 1842, aggiungendo nuove pitture. Vi sono quattro altari, dedicati rispettivamente alla Beata Vergine di Caravaggio, a San Filippo Benizi, a Sant'Antonio e ai Santi Crispino e Crispiniano. Via Edmondo de Amicis
chiesa di San Bernardo
La prima chiesa intitolata al santo di Chiaravalle, risalente a data ignota, era esterna alle mura della città e fu abbattuta per volere di Ludovico il Moro nel 1498, per la costruzione di nuove fortificazioni. Qualche anno dopo, secondo Simone dal Pozzo, venne ricostruita nella locazione attuale. Fu ampliata una prima volta nel 1575 e poi nel 1672, adottando la sua nuova struttura. Nel 1576 venne costruito il coro.
chiesa di Santa Maria del Popolo
La chiesa venne fatta fabbricare nel 1516 da una parte della confraternita di San Dionigi, che si era distaccata dalla stessa a causa del battere moneta all'interno del convento. La nuova confraternita si aggregò all'arciconfraternita del Suffragio di Roma nel 1621. Nel 1662 venne edificata la Cappella del Suffragio.
La chiesa venne ricostruita nel 1608 e nuovamente nel 1729, fino a giungere alla forma attuale. La chiesa precedente venne abbattuta nel 1695.
chiesa del Santissimo Crocifisso o chiesa del Cristo della Resega
Le origini della chiesa sono rintracciabili nell'affresco attualmente conservato sopra all'altare, di autore ignoto. Esso raffigura Cristo crocifisso tra San Francesco d'Assisi o Santa Caterina da Siena; sullo sfondo, è possibile vedere la skyline di Vigevano. La leggenda popolare ritiene questo dipinto miracoloso in quanto, nonostante non sia mai stato restaurato, tutt'oggi conserva colori vividi come in origine. Questo affresco probabilmente apparteneva ad un'edicola addossata al muro di un antico palazzo. La devozione popolare verso il dipinto crebbe costantemente, fino alla costruzione di una cappella nel 1652. Via Gioacchino Rossini,
chiesa di San Dionigi
È documentato che, prima dell'edificio attuale, sul luogo nel 1323 era presente una chiesa omonima, probabilmente costruita prima del Mille, ma della quale non rimane traccia: in un testamento di quell'anno si fa infatti menzione di un frater Bregundius de Gravelona rector el minister ordinis fratrum paupertatis S. Dionysii de Vigievano. Tale chiesa era anche detta "Casa delle elemosine". Piazza Martiri della Liberazione
chiesa di San Giuseppe
Nel 1881 monsignor De Gaudenzi pregò quattro religiose, provenienti da Novara, di aprire un educandato per le giovani in via Griona. Nel 1913, visti i rilevanti progressi, questo fu spostato in via Deomini. Attualmente l'istituto comprende scuola materna, elementare, media e superiore (liceo delle scienze umane) ed è retto dalle suore domenicane. Vicolo Deomini,
chiesa dei Cappuccini
Nel 1896, la Diocesi di Vigevano acquistò la villa del Mombello. In un primo tempo fu costruita la piccola chiesa della Sacra Famiglia, situata in via Bretti.
L'attuale chiesa, con facciata su corso Genova, fu progettata e costruita tra il 1926 e il 1927 dopo la demolizione parziale della preesistente, ormai inadeguata per le esigue dimensioni. Corso Genova, 38
ex chiesa della Misericordia
La chiesa venne costruita in corso Milano nel 1490, abbattendo l'antica cappella di Santa Maria della Bestemmia, eretta durante la peste del 1264, a un solo altare.
I fondi per la costruzione della nuova chiesa furono raccolti grazie ad un provvedimento di Ludovico il Moro che, mosso dalle espressioni toccanti del predicatore beato Bernardino da Feltre sul numero crescente dei bestemmiatori, aveva stabilito di elevare multe contro di essi. Sulla facciata della chiesa fu posta un'iscrizione con l'anno di fondazione (1495); dopo la caduta di Ludovico il Moro, la chiesa fu completata dal marchese Gian Giacomo Trivulzio nel 1508 e del cardinale sedunense Matteo Schiner nel 1515.
La chiesa e il convento furono soppressi nel 1796 e abbattuti nel 1798. Di questi ne sono rimaste poche tracce, ulteriormente modificati dopo la trasformazione in abitazione civile e una recente ristrutturazione. Corso Milano, 3
convento delle Sacramentine o chiesa del Sacro Cuore di Gesù
Il nuovo monastero fu progettato da una suora architetto, Maria del Sacro Cuore Vittadini, con la supervisione di un sacerdote architetto, Monsignor Spirito Maria Chiappetta. Venne posta la prima pietra, e il 6 giugno 1912. Via Trento, 27
chiesa di San Carlo
La chiesa venne costruita per festeggiare il primo centenario della canonizzazione di san Carlo Borromeo. Il 15 maggio 1710 venne fondata la Congregazione di San Carlo, approvata dall'arcivescovo Giuseppe Archinto nello stesso anno, che fece iniziare l'edificazione della chiesa nel 1724, terminandola nel 1736. Via Vincenzo Boldrini, 6
chiesa di San Giorgio in Strata
La chiesa era complementare all'adiacente castello visconteo. Fu eretta sotto il patronato della famiglia Colli.
Si trova in via Cairoli, un tempo via Strata, dalla quale prende nome. Quasi soffocata dalle abitazioni, rischia di passare inosservata agli stessi vigevanesi. Negli anni '80, era considerata la più antica chiesa cittadina aperta al culto: infatti, le prime notizie attorno a essa risalgono al 1090; subì poi numerosi restauri, l'ultimo dei quali nel 1968 a opera dell'architetto Mario Bonzanini. Secondo altre fonti, la chiesa risalirebbe addirittura all'età longobarda primitiva. Via Cairoli, 15
chiesa di Sant'Ignazio di Loyola
Costruita nel 1694 per volere del canonico Cantone Giovanni Maria Ferrara, la chiesa di Sant'Ignazio di Loyola ha dimensioni modeste. Vicolo Deomini
chiesa della Madonna degli Angeli
La costruzione della chiesa inizia nel luglio del 1583, quando diviene sede della confraternita dell'Annunciazione. La consacrazione del luogo avviene tre anni dopo. Le cappelle invece risalgono al 1657 e sono dedicate a san Mauro Abate e san Mona, vescovo di Milano nel III secolo; l'altare è del 1679 e vi è presente un dipinto della Natività dello stesso periodo, probabilmente di Zanetto Bugatto. Il coro è del 1692, mentre l'organo a canne, realizzato da Giovanni Rondini e rifatto dai Fratelli Serassi nel 1832, è il più antico in città. Via Domenico Pisani, 29
chiesa della Madonna di Pompei
La devozione alla Madonna di Pompei a Vigevano fu iniziata da don Ambrogio Ceriotti l'8 maggio 1897, usufruendo di uno stanzone adibito a deposito di legnami e a magazzino di calce nell'allora sobborgo della fiera, all'imboccatura dello stradale per Mortara. L'umile costruzione originaria, una chiesa molto più piccola dell'attuale, fu sostituita da una nuova la cui posa della prima pietra avvenne il 6 giugno 1920. Piazza Alessandro Volta, 28
Chiesa del Carmine
La chiesa, costruita nel 1602 dalla confraternita del Carmine, da cui prende il nome, prende il posto di un'altra chiesa, antecedente e distrutta con Ludovico il Moro. Di questa resta un affresco del 400 raffigurante la Vergine, ora esposto su un altare. Via del Carmine
chiesa di Santa Maria del Parto
La chiesa fu costruita grazie all'eredità di Marco Antonio Cassolio Gatta. Gli archivi conservano un atto di alienazione del 1875 a un certo Cavalier Motta diventando poi di proprietà della famiglia Dulio. Via Cascine Barbavara, 1
chiesa di Santa Maria intus vineas o chiesa della Madonna di sotto
Si tratta di una chiesa molto antica, antecedente al 1202, anno in cui era annoverata tra le dipendenze del monastero cistercense di San Maiolo di Pavia. Fu di giuspatronato della famiglia degli Ardizzi, una delle più illustri famiglie vigevanesi quattrocentesche. Proprio loro nel 1424 si occuparono della restaurazione e ricostruzione dell'edificio, dedicandolo a Santa Maria intus vineas. Via Umberto Giordano, 15
chiesa di San Martino
Oggi sconsacrata, la chiesa di San Martino si trova in un cortile chiuso con cancello, in fondo a via Palestro. Era un antico titolo della pieve collegiata di Sant'Ambrogio.
Secondo alcuni storici, potrebbe essere la matrice di tutte le chiese di Vigevano, con il nome di San Pietro. Nel primo documento ufficiale in cui si parla di Vigevano (anno 963) si parla di un arciprete Grauso. Secondo Alessandro Colombo, la chiesa fu la basilica in cui officiarono i vescovi di una presunta diocesi dei Piccolini, con il nome di San Pietro in silva carbonaria; infine, un affresco sulla parete sinistra dell'abside, ancora ben conservato, raffigurante San Pietro, comproverebbe tale dedicazione. Ma si tratta di supposizioni. Via Palestro
chiesa di Sant'Antonio abate alla Morsella
La chiesa originaria, costruita nel 1692, fu abbattuta e ricostruita negli anni '40 del Novecento: la chiesa attuale ne conserva solo il campanile.
La chiesa è dedicata a Sant'Antonio abate, eremita egiziano considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Fu consacrata il 25 agosto 1940 e fu soggetta a diverse opere di restauro nei vari anni a seguire che hanno coinvolto principalmente le lavorazioni della facciata. Via Morsella, 56
chiesa della Beata Vergine di Caravaggio a Fogliano Superiore
La chiesa è rimasta l'unico monumento ammirabile dell'antica Fogliano. Ha un'origine sconosciuta. Nei primordi era nota come chiesa della Natività di Maria o chiesa di Santa Maria Assunta: questi nomi fanno presumere che la sua fondazione risalga a prima del Mille e che servisse da parrocchiale alle terre di cui parla il Privilegio dell'imperatore Enrico IV di Franconia del 1064. Strada Cattabrega, 340
STORIA
L'origine della città longobarda e l'attuale cortile del Castello ne testimonia il ruolo di fortificazione. In seguito, si sviluppa il borgo esterno, le cui case ed edifici sorgono sul luogo oggi occupato dalla famosa Piazza Ducale. Dal 1198 si trasforma in libero Comune mentre nel 1277 iniziano gli intrecci della storia locale con quelli delle potenti famiglie milanesi dei Visconti prima e degli Sforza poi. E proprio grazie all'opera di Luchino Visconti e di Ludovico Sforza detto il Moro, tra XIV e XV secolo, il borgo di Vigevano inizia la sua trasformazione in residenza estiva, in pittoresco soggiorno destinato agli ozi della corte ducale. Nel Castello adibito a dimora di prestigio ci misero la mano artisti come Bramante. Il borgo ottiene il titolo di città con una propria sede vescovile nel 1530.
FRAZIONI
Fogliano Superiore, Fogliano Inferiore, Morsella
Piccolini: in prossimità della frazione trova spazio un ampio Istituto Penitenziario. Dal 1993 al 2014 con la denominazione di Casa Circondariale, dal 2014 ad oggi Casa di Reclusione. L'istituto si articola in due reparti, uno maschile e l'altro femminile. Fino al 2014 era dotato dei circuiti di alta e media sicurezza e protetti; dal 2014 è presente una sola sezione di alta sicurezza, al reparto femminile.
Buccella L'insediamento risalirebbe alla fondazione di una villa rurale da parte del crociato Pietro Biffignandi, detto "Buccella" (intorno all'anno 1133), sui resti di una precedente fortificazione, a sua volta eretta sul luogo del leggendario abitato romano di Viginti Columnae.
La villa conserva una corte rurale e una corte nobile sull'ala sinistra, con vestibolo dotato di arcate a sesto ribassato su colonne, a cui si accede da un portale barocco. Vi è annessa una chiesa parrocchiale del 1692 e una piccola chiesa campestre si trova davanti all'ingresso, probabilmente rimaneggiata nel XVII secolo.
Intorno alla villa sorsero le abitazioni dei coloni, in particolare la "cascina Buccelletta", anch'essa attribuibile al XVII secolo: si trattava di una residenza per quattro famiglie, con stalle, costruita in corrispondenza di uno dei sentieri ("strade centurizie") che portavano ai guadi sul fiume Ticino in direzione di Abbiategrasso. Nel 1890 fu distrutta da una piena del fiume e venne ricostruita nel 1899. In epoca napoleonica servì come torretta di avvistamento e fu danneggiata dall'esplosione della polveriera di Vigevano, nel corso della seconda guerra mondiale.
Sforzesca La località è famosa par la grande cascina, denominata "Colombarone", fatta costruire nel 1486 da Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, duca di Milano.
Il complesso presenta la disposizione tipica dei castelli di impronta sforzesca, con quattro corpi di fabbrica ad uso abitativo (i "colombaroni") al posto dei classici torrioni d'angolo, a proteggere l'impianto di forma quadrata.
I colombaroni sono ornati da finestre ad arco acuto e fregi "a dente di sega".
Anche Leonardo da Vinci soggiornò presso la Sforzesca collaborando al miglioramento del territorio con progetti idraulici per permettere una migliore irrigazione dei campi. Nel codice Leicester sono presenti disegni che ritraggono il "molino della Scala", una struttura a scalini dove scorreva l'acqua, ancora presente ai giorni nostri.
La Sforzesca è nota anche per la famosa battaglia, ivi combattuta durante la Prima guerra di indipendenza italiana, il 21 marzo 1849.