Precedentemente appartenuta al Marchese Guido Cusani, la villa passa nel Seicento a Galeazzo Arconati, cugino del cardinale Federico Borromeo, per divenire un vero e proprio scrigno d’arte e cultura.
Divenuto una dei più illustri esempi di villa di delizia a Nord di Milano, l’edificio è circondato da un monumentale giardino con giochi d’acqua e complessi statuari di grande pregio. Il palazzo ospita settanta sale, tra cui una meravigliosa sala da ballo ricca di stucchi e dorature, la sala dei ricevimenti con gli affreschi dei Fratelli Galliari e la scultura classica originale di Tiberio sotto la quale la leggenda vuole essere stato pugnalato Giulio Cesare.
L’alberato Viale dei Leoni dà accesso a Villa Arconati, elegante esempio di barocchetto lombardo, Al piano terra si trovano il Salone del Museo, le Sale degli Ovali con i loro affreschi; il gabinetto per il monumento di Gaston de Foix del Bambaja, la Biblioteca, la Sala Rossa, utilizzata originariamente come sala da gioco, con affaccio sul portico e sul parterre settecentesco alla francese delle Ballerine, e poi le scuderie e il deposito delle carrozze. Dallo Scalone d’onore si accede al piano nobile della villa, con gli appartamenti delle donne, il Salone della Musica (o “galleria degli stucchi”), la Biblioteca Busca. Al piano nobile si trovano anche gli appartamenti da parata di Giuseppe Antonio Arconati, tra i quali spicca per eleganza e opulenza la Stanza Rosa che, con il retrostante Studiolo Turchino e la Sala da ballo.
Villa Arconati è famosa per il suo monumentale giardino, costruito seguendo gli studi del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Dodici ettari di verde, tra teatri, sculture e giochi d’acqua, vera attrazione del complesso fin dal Seicento. Teatro di Andromeda con la sua pavimentazione a mosaico che nascondeva tanti piccoli zampilli, e quelli del Teatro di Diana, dotato di originali meccanismi idraulici. Scalinata dei Draghi, che prende il suo nome dalle figure in pietra che accompagnano il passaggio dei visitatori dal Teatro Grande, detto anche “delle Quattro Stagioni”, al parterre settecentesco. L’acqua alle fontane e dei numerosi giochi d’acqua presenti nel giardino viene alimentata dalla Torre delle acque, opera di ingegneria idraulica d’avanguardia ad opera di Giovanni Gianda. La torre sovrasta la Limonaia che collega la villa agli altri corpi del Giardino. I parterre e i portici verdi creavano all’interno del giardino quinte teatrali, veri e propri palcoscenici deputati alla rappresentazione di spettacoli, feste e balli. La zona sud del giardino ospitava in passato anche un Casino di Caccia, oggi andato perduto, mentre è ancora possibile vedere la Voliera dove gli Arconati tenevano uccelli esotici e altre specie.
E' visitabile senza prenotazione da aprile a ottobre durante le aperture domenicali, dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo accesso alle ore 18). È possibile partecipare anche a visite guidate del piano nobile con turni fissi alle ore 11, 14.30, 16 e 17.30
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