Fu molto probabilmente Antesitum, che vuole dire "spiaggia posta avanti", il nome del primitivo insediamento dell'attuale Malgrate, nome assegnatogli dai militari romani che dalle loro fortificazioni poste nell'abitato di Castrum Leuci, l'odierna Lecco, vedevano questo lembo di terra al di là del lago. I primi abitanti della zona furono quasi sicuramente pescatori e barcaioli. Questi ultimi, secondo una versione tramandata di generazione in generazione, ebbero anche l'onore di traghettare verso Lecco Giulio Cesare ed alcuni suoi combattenti reduci dalla campagna delle Gallie.È databile ad un evento del 1126 l'attuale nome di Malgrate, quando le acque del Lario furono investite dalla lotta che divideva i milanesi e gli alleati lecchesi, dai comaschi. Malgrate possedeva una posizione strategica: aveva un porto protetto e un piccolo forte, detto San Grato, che la tradizione vuole sorgesse sulla Rocca di San Dionigi, ma che fonti storiche indicano si trovasse nel luogo in cui sorse nel XV secolo, la chiesetta di San Antonio Abate. Controllare il forte di San Grato e il lido di Antesito, voleva dire per i comaschi costituire una spina nel fianco dei lecchesi. Durante una notte in quell'anno, i lecchesi, favoriti dall'imbrunire e aiutati da reparti milanesi, riuscirono a raggiungere inosservati la spiaggia di Antesito, sgominarono i pochi difensori di guardia sui bastioni del forte di San Grato ed entrarono nel ridotto. Sorpresa nel sonno la guarnigione comasca, nonostante la disperata resistenza di alcuni gruppi, fu rapidamente costretta alla resa dopo aver lasciato sul terreno parecchi caduti. Il forte venne in larga parte distrutto e la battaglia ebbe un seguito nuovamente tragico quando alcuni prigionieri comaschi vennero giustiziati dai lecchesi.
La tradizione vuole che in seguito a quel cruento episodio bellico, "Grato" modificasse la denominazione del centro in "Malgrato", divenendo poi l'odierno Malgrate.
Inserito nella pieve di Lecco già nel IX secolo, durante la guerra decennale il paese di Malgrate fu ripetutamente invaso e saccheggiato.
Nel 1532, durante le lotte che vide il Medeghino contrapporsi al Ducato di Milano, Malgrate fu il teatro di una sanguinosa battaglia che vide l'annientamento dell'armata ducale guidata da Accorsino da Lodi.
Nel XVIII secolo si registra la realizzazione delle prime ville padronali.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
Chiesa di San CarloL'oratorio di San Carlo Borromeo si evidenzia all'estremità sinistra di Palazzo Recalcati. Quattro lesene con capitello in stucco e un marcapiano scandiscono il prospetto sormontato dal frontone con timpano e medaglia centrale. L'elegante portale in pietra introduce in una navata a pianta ottagonale ad angoli smussati, con copertura a cupola. Sulla parete di fondo del vano presbiterale quadrato, una tela seicentesca rappresenta la Vergine con Bambino e san Carlo. Edificato dal senatore Antonio Recalcati e dotato di arredi e beni, fin dal 1694 appartenne alla giurisdizione della parrocchia di San Nicolò di Lecco fino al 1977, quando fu istituita la parrocchia di S. Carlo. La crescita della popolazione, indusse la parrocchia a riutilizzare l'ala sud di palazzo Recalcati per la nuova struttura ecclesiastica. L'aula unica ricavata dalle stalle, su progetto di Bruno Bianchi, conserva le vecchie travi a vista e prende luce dal cortile del palazzo con vetrate realizzate nel 1978 dal pittore Trento Longaretti.
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Eretta nella prima metà del XV secolo per volere della famiglia Maggi, ha assunto poi le forme e le decorazioni barocche come descrive il cardinale Giuseppe Pozzobonelli nella sua visita pastorale nel 1746 e che ancora oggi possiamo ammirare. La facciata, tripartita da lesene chiude la piazzetta e presenta discreti decori a volute nelle cornici del portale, dalla finestra soprastante, dal fastigio nella cimasa. All'interno un frammento di affresco quattrocentesco, Crocifissione, coperto dalla pala d'altare, è l'unica testimonianza delle origini quattrocentesche della chiesa. Sulla parete di fondo e sulla volta vi è un'architettura dipinta che crea uno spazio illusionistico in cui si inserisce la pala d'altare raffigurante La Vergine col Bambino, sant'Antonio abate e sant'Antonio da Padova, XVIII sec. Sulla volta l'Incoronazione della Vergine. Due statuette devozionali in legno dipinto: Sant'Antonio abate e san Luigi Gonzaga. Dal recente restauro l'altare e il porta tabernacolo in pietra serena.
Chiesa parrocchiale di San LeonardoDedicata a San Leonardo di Noblac venne rifabbricata a tre campate intorno al 1550. Di un completo restauro si hanno notizie solo nel periodo 1812-1815 ad opera di Giuseppe Bovara. La facciata fu realizzata con la conservazione in luogo del portale tipico della Controriforma datato 1607 e contrastante con la chiarezza delle pareti e delle mezzecolonne. Alla parte centrale, coronata dal fregio e dal timpano decorato da mensolette, si accostano due alette a finte bugne d'intonaco. Sempre il Bovara, nel 1817, disegna la cantoria, ancora esistente, per l'organo. All'interno della chiesa, di notevole rilievo il battistero con prezioso ciborio intagliato, risalente agli anni 1660-1670 e la cappella detta "della Cintura”, con volte a botte e rosoni, un importante altare ligneo con statue dorate e dipinti dei Santi Agostino e Monica, opere ottocentesche del lecchese Giacomo Mattarelli jr. e due quadri di Cherubino Cornienti donati da Giorgio Agudio nel 1856.Chiesa di San GratoProgettata dall'architetto Bruno Bianchi, venne costruita nel 1961 per volontà della comunità del Gaggio. È costituita da uno spazio di accoglienza che introduce all'aula liturgica, da un muro di recinzione per delimitare il cortiletto. Sui lati, nicchie ricavate nello spessore murario, accolgono la Via Crucis in ferro. Un muro più elevato funge da torre campanaria, in mattone a vista come tutto il costruito. La facciata dell'aula liturgica con tetto a capanna e copertura in ardesia, il portale quadrato, in granito, sormontato da una finestra che riprende il motivo della merlatura di recinzione, introduce nell'unica navata. L'interno si contraddistingue per purezza ed essenzialità. L'altare è un blocco rivestito di mosaico in vetro viola con incastonato, in lettere di ottone, il testo del Padre Nostro. Con i restauri del 2004 la chiesa di San Grato[ ha nuovi arredi sacri: il trittico per le celebrazioni, mensa, ambone e sede, in marmo botticino; le porte in bronzo con i rilievi della Pentecoste e dell'Ultima Cena; le tre vetrate che rappresentano Il popolo in cammino della Chiesa di San Grato, La Chiesa di Milano e La Chiesa di Roma.Cappella della CrocettaAi piedi della salita che porta alla chiesa di san Leonardo si trova una cappella dedicata ad Accorsino da Lodi, ferito a morte nel 1532 durante un attacco sferrato dalle truppe del Medeghino ai danni di una guarnigione di Francesco II Sforza, capeggiata appunto da Accorsino.La Cappella fu costruita nel 1630 in memoria dei numerosi morti a causa della peste. Le cappellette votive, dette anche santelle, sono disseminate un po’ ovunque nel centro storico di Malgrate, ma questa risulta la meglio conservata tra quelle rimaste. La cappelletta ospita numerose ossa ben conservate, probabilmente dei morti della peste.All’esterno vi erano dipinti murali con anime purganti, strumenti della passione e iscrizioni ammonitrici, tutti elementi ormai poco visibili. La leggenda narra che all’interno siano preservati i resti di un cavaliere. Questa affermazione però non è avvalorata da prove storiche.La filanda Bovara-Reinaattiva a partire dal XIX secolo, durante il Settecento costituiva la residenza della famiglia Bovara, ai quali subentrarono i Reina nel 1792L’ex filanda Bovara-Reina fu il frutto della trasformazione in filanda della residenza privata della famiglia Bovara, a fine Settecento, trasformata poi negli anni successivi in un impianto a vapore progettato dallo stesso Bovara, facendo coincidere il gusto e l’eleganza neoclassica alle esigenze produttive. L’arco in granito visibile al piano terra, dava accesso ai sotterranei con i depositi di legname, la caldaia e la vasca delle acque. La facciata all’esterno, invece, era volta a sottolineare la sacralità del luogo. La filanda rimase attiva fino al 1924, poi ceduta e trasformata in una fabbrica di isolanti termici. Cessò negli anni Sessanta e cadde in uno stato di abbandono. Solo dopo un dibattito e polemiche intorno al destino della ex filanda, è stato approvato un progetto di ristrutturazione, il quale ha riconvertito l’edificio in nuove unità abitative per l’interno e un restauro conservativo della facciata a lago e del salone con colonne, con utilizzo dello stesso per iniziative a carattere culturale. Lo splendido salone, dal gusto pulito e moderno è utilizzato tutt’oggi per lo svolgimento di mostre, fiere e altre attività culturali organizzate dal Comune e altri enti.Palazzo Recalcati Il palazzo Recalcati è un edificio storico costruito dai Bonanomi nel XVI secolo, che ricevevano le gabelle del ponte, i quali erano anche proprietari di tenute al di qua e al di là del ponte. Passò ai Recalcati nel 1678 e divenuti nobili nel 1681, costruirono l’oratorio di San Carlo anche ad uso degli abitanti. Dal 1800 passò in proprietà ai Testori de Capitani, poi a Figini e ai Trabattoni; ora appartiene alla Curia milanese che lo ha acquistato nel 1977 e ha istituito la parrocchia di San Carlo il 4 novembre, solennità di San Carlo Borromeo. I locali interni ospitano un pensionato per studenti stranieri del Politecnico di Lecco.Palazzo Agudioè la sede del Municipio di Malgrate.
Tra il 1770-80 la famiglia Agudio unì diversi edifici di sua proprietà dando forma all’attuale struttura del palazzo, affidando il progetto all’Architetto Bovara. I tre corpi della facciata sono scanditi dalle cornici delle finestre e dai tre balconi. Dal bel portale in pietra scolpita si entra nella corte acciottolata definita dalla pianta ad U e aperta sulla scalinata che porta al giardino sopraelevato. Il balconcino sulla facciata interna risale alla prima ristrutturazione del palazzo di fine Settecento, così come i decori e le pitture murali. In ogni stanza ci sono degli eleganti caminetti che si differenziano gli uni dagli altri.
L’imponente scalone d’onore, sviluppato su due rampe, è un tipico esempio dello stile neoclassico del Bovara, visibile in numerose architetture civili e industriali in provincia.La Sala del Consiglio e quella del Sindaco hanno i soffitti affrescati, realizzati in una seconda fase decorativa.
L’attuale Sala del Consiglio era la sala dei ricevimenti. La sala del Sindaco, dal soffitto suddiviso in campiture dipinte, era in origine la camera da letto con annesso spogliatoio.Palazzo Agudio ConsonniCasa Reina Stabilini
L’edificio risale ai primi decenni del ‘700 e fu dimora di Francesco Reina, avvocato, commerciante di seta, editore e biografo di Giuseppe Parini e amico dei pittori e poeti che qui furono ospiti (Giuseppe Parini, Andrea Appiani, Ugo Foscolo e Vincenzo Monti). Dal 1825 la casa passò alla famiglia Stabilini. La facciata risale al 1735, mentre dopo il 1760 l’edificio fu ristrutturato e venne ricostruito il portale dalle morbide linee barocche, che introduce ad una piccola corte con un porticato. Nei primi dell’800 fu aggiunta l’ala che si affaccia sul lago, dalle forme neoclassiche. Sulla parete del Sopportico Parini, aperto al piano terra per il passaggio pedonale, vi è la riproduzione di un dipinto di Massimo Campigli, “La spiaggia” (1937), che ha come soggetto la fotografia, a cui si dedicano diversi professionisti ed amatori.
I Reina sono un’antica famiglia malgratese. Si ricorda in particolare Francesco Reina (1766-1825), avvocato e letterato, che si schierò per la Repubblica Cisalpina di Napoleone e curò la prima edizione completa delle opera del Parini. Si dice cha la sua biblioteca contasse cinquantamila volumi.
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