Il cambio di passo per Valera arriva però negli anni ottanta del secolo XII. I monaci cistercensi di Chiaravalle acquistano tra il 1170 circa e il 1200 una serie di terreni in parte a pascolo e in parte boschivi nella zona a sud di qualche centinaio di metri rispetto all'insediamento esistente. Qui, in corrispondenza delle attuali cascine Castello e Casone, fondano una propria grangia, una cascina ampia e dotata di diversi servizi, gestita direttamente dai monaci con l'aiuto di alcune persone non ecclesiastici. Nasce quindi la distinzione tra Valera Nova o Fratta, con cui si identifica la grangia e le abitazioni attorno, e il più antico insediamento di Valera Zucca o Vetula, vecchia. L'unificazione delle due Valere avviene dal punto di vista ecclesiastico a partire dalla metà del Cinquecento, quando fu riconosciuta per tutti gli abitanti l'appartenenza alla parrocchia di San Zenone. Ancora con i censimenti austriaci della prima metà del Settecento, però, si considerava Valera Fratta, dove vivevano 440 anime, e la frazione di Valera Zucca, 215 anime. L'unità d'Italia nel 1861 portò poi i cambiamenti amministrativi che, sviluppandosi secondo le vicende comuni a tutta la storia moderna d'Italia, unificazione, prima guerra mondiale, fascismo e seconda guerra mondiale, condusse poi alla Valera Fratta del dopoguerra.
Nel dopoguerra Valera ha vissuto tutte le fasi di ristrutturazione della società italiana, dal boom alla crisi energetica, dallo svuotamento delle campagne, al tempo della Milano da bere, dal grande boom di Internet alla crisi di questi ultimi anni. Nel 1951 gli abitanti registrati al censimento furono 859, ma dieci anni dopo erano già 716, poi solo 687 nel culmine dell'industrializzazione nel 1971. La campagna aveva segnato il passo fino ad allora, ma nel decennio successivo se lo stava già riprendendo con una nuova volontà di espansione urbanistica che portò a 801 abitanti nel 1981, 931 dieci anni dopo e 1208 nel 2001. Negli ultimissimi anni gli abitanti di Valera sono stabili attorno ai 1600. Gli anni dell'ultimo mandato amministrativo sono stati segnati da alcuni importanti interventi. Tra tutti, quelli che cambieranno per sempre il volto di Valera sono la copertura della Roggia Grande Bolognina su via Milano e la realizzazione della nuova tangenziale, una variante alla ex strada statale 412 della Val Tidone che taglia fuori il centro abitato. Inoltre sono state poste le basi per il miglioramento dell'offerta formativa: i due plessi scolastici attigui della scuola materna e dell'elementare sono stati ampliati con nuove e più grandi aule e quindi unificati attraverso un corpo edificato che funziona come mensa a servizio di entrambi. Il municipio infine cambia aspetto con un intervento di sistemazione atteso da anni che migliora gli uffici comunali e l'accoglienza per i cittadini, nuove sala giunta e sala consiglio.
Roggia Grande Bolognina
La Roggia Grande Bolognina (in alcuni documenti ufficiali riportata come Roggia Grande Bolognini) è un canale artificiale della Lombardia meridionale. Deve il proprio nome a Matteo Bolognini Sforza Attendolo, che ne ordinò lo scavo a metà del XV secolo.
Nel suo percorso dà origine a numerosi rami irrigui, rappresentando la più importante fonte d’acqua del reticolo idrografico minore dei territori comunali attraversati. Questo avviene in virtù della maggiore altitudine rispetto al vicino Lambro Meridionale, che scorre in una valletta posta ad una quota inferiore rispetto ai terreni coltivabili.
La portata è fortemente variabile nel corso dell'anno a seconda delle precipitazioni e dell'entità dei prelievi per necessità agricola. All'incile corrisponde a regime ad almeno 4 m3/s e decresce procedendo verso la foce, drenata dai rami irrigui.
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