In età napoleonica (1809-16) Colturano fu frazione di Mediglia, recuperando l'autonomia con la costituzione del Regno Lombardo-Veneto.
Il toponimo, attestato dal secolo XIII, potrebbe essersi originato dal latino CULTURA, nel senso di 'coltivazione' oppure 'luogo a coltura'. Sebbene non si abbiano molte notizie sulla storia di questo borgo, è certo che le sue origini risalgono indietro nel tempo: il nucleo più antico è situato nella località di Balbiano, il cui toponimo probabilmente va riportato alla GENS BALBA, cui appartenne la famiglia patrizia romana che ne fu proprietaria. Nel corso del Medioevo nel monastero costruito agli inizi del XIV secolo si insediarono i cistercensi; abbandonato dai monaci, l'antico edificio entrò a far parte dei possedimenti dei Visconti (che si servivano di questo territorio come loro riserva di caccia) passando successivamente alla famiglia dei Trivulzio, i quali ne cedettero una parte ai Gallarati Scotti. Ancora oggi la proprietà è divisa, in quanto il Pio Albergo è divenuto proprietario della parte che fu dei Trivulzio, mentre quella dei Gallarati Scotti è stata ceduta ad altri. e la parrocchiale di Colturano, dedicata a Sant'Antonino. Negli ultimi tempi ha fatto registrare un grande cambiamento, legato in particolare ad un consistente incremento demografico, con l'insediamento nella zona di famiglie provenienti da Milano e dai paesi limitrofi.
FRAZIONI
Balbiano
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
Monastero di Culturano
A Colturano infatti esiste ancora il Convento-Monastero, consistente in un fabbricato massiccio, con celle monacali, refettorio e sala capitolare, tutto in perfetto stile monastico, con belle pitture (abbastanza sgualcite) e tondini ornamentali nella fascia superiore del fabbricato. Il tutto ora è di proprietà privata (nei secoli è passato da un proprietario all’altro).
In essa sono evidentissimi i resti di un grande e bellissimo convento, con celle monacali, refettorio, sala del Capitolo: il tutto in stile monastico.
Edificio inglobato in un cascinale ottocentesco. Le strutture conventuali formano su tre lati una corte rustica cui si accede attraverso un androne. Il piano terra è caratterizzato da un portico ad arcate a sesto acuto, quello superiore da una loggia scandita da pilastri in mattono, ora murata. La muratura perimetrale portante è in mattoni pieni; la struttura portante della copertura in legno.
Chiesa di San Giacomo Maggiore
Tra gli edifici di maggior rilievo storico e artistico, oltre al monastero, degne di nota sono la chiesa di Balbiano, intitolata a San Giacomo Maggiore.
In archivio parrocchiale esiste un biglietto curioso, sul quale si legge: «Nell’anno del Signore 1954, il giorno 20 del mese di luglio, alla presenza di me, parroco di Colturano, sacerdote Carlo Strada, del signor Rho Francesco, fabbricere della chiesa, ad opera dei giovani Angelo Caserini e Luigi Radaelli, fu levata la pietra sepolcrale antistante la balaustra dell’altare Maggiore che porta la seguente iscrizione latina: ‘Hic giacent ossa et cineres defunctorum ante praescriptionem sepeliendi extra pagi muros. Requiem hoc pavimentum renovatum ac in melius reductum fuuit ex impensis unÌversae comunitatis Colturani.
Anno salutis MCMXXIII” (qui, giacciono le ossa e ceneri, dei defunti prima della disposizione di seppellire fuori dalle mura del paese. Requiem. Questo pavimento fu rinnovato e migliorato coi contributi di tutta la comunità di Colturano. Anno 1923). Perforata la volta di cemento e mattoni, fu trovata una camera rettangolare dici circa 2,8 metri per 1,5 metri e di 1,5 metri circa di altezza, chiusa all’inizio da un muro grezzo di mattoni.
Nella parte, superiore, antistante la pietra sepolcrale, esiste una botola quadrata. Su ,tutta la superficie della Camera si rinvenne un grande mucchio di ceneri e di ossa, ma specialmente in corrispondenza della botola soprastante. Non fu trovata traccia di galleria o sottopassaggio che, come vuole la tradizione popolare, attraversava la chiesa nella sua lunghezza e andava all’ex Convento degli Umiliati poi proprietà della casata Gallarati-Scotti, ed ora, in parte del signor Ernesto Rossi e in parte della dott.sa Maddinelli.
Anticamente le chiese ed i conventi erano,in particolari circostanze, luoghi di sicuro rifugio, nei quali nessuno osava entrare per fare violenza o arrestare qualcuno. Che esistesse una botola nel pavimento della chiesa poteva facilmente far pensare che dalla chiesa stessa si potesse poi raggiungere l’aperta campagna, magari di notte, e poi svanire nel nulla, imprendibili anche per la più attenta sorveglianza.In realtà la botola attualmente esistente nel pavimento della chiesa di Colturano è servita per collocarvi i resti dei defunti rinvenuti nel vecchio cimitero fra la chiesa e la strada Cerca, in direzione di Melegnano, e i resti che fino al 1934 erano collocati nell’attuale cappella della Madonna, sulla piazza della chiesa, adibita anticamente ad ossario.
Nessun commento:
Posta un commento