OLGIATE MOLGORA (Lc)

MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE

Villa Sommi Picenardi 

Torre di Porcheracon merlatura ancora integra: fu fatta costruire su ordine di Francesco Sforza per proteggersi dalle invasioni dei Veneti.


Villa Luciniè una storica residenza , composta da una villa padronale, da una dependance e da un ampio giardino all'inglese che oppone, a Nord della villa, un belvedere in stile neoclassico situato sulla sommità di un rilievo collinare ad un terrazzo panoramico sul lato Sud. La villa si articola attorno ad un nucleo da cui parte un impianto ottocentesco poi ampliato nei primi anni del '900.

Villa GolaLa villa edificata originalmente con una corte aperta verso levante ed un bel giardino all'italiana, con la magnifica balaustra ornata da rare ed antiche statue femminili, che degrada verso il contrafforte del Bonmartino. Nel XVIII secolo venne edificato il lato orientale inglobando la Chiesetta della Madonna della neve e realizzato il giardino alberato che degrada verso Villa Sommi Picenardi . Dello stesso periodo è la monumentale cancellata che delimita l'ingresso.

Villa Guzzoni che comprende l’Oratorio dei Santi Pietro e Paolo. All’interno della chiesa sono murate parti di una pietra tombale di Aldo e Grauso, due nobili longobardi dell’VIII secolo, a dimostrazione della storia antica dell’edificio, testimoniata anche dallo stile romanico della zona dell’abside.

Chiesa di San Michele di Pianezzouna dedicazione a S. Michele è attestata fin dal XIII secolo, ma l’attuale chiesa fu edificata verso la fine del XVI secolo sui ruderi dell’antica chiesa. La cappella fa parte della parrocchia di Pagnano.

Chiesa di SS. Rocco e Sebastiano in Monticello si erge accanto a villa Gerli, avviene durante la prima visita pastorale di S. Carlo Borromeo nel 1567: ‘la cappella di S. Rocco del luogo di Monticello, pieve di Brivio, è distante un miglio dalla chiesa di San Zeno verso occidente. È ubicata su un piccolo colle che declina a meridione (verso lo Scarpone), e tra questo luogo e la chiesa di San Zenone scorre il torrente chiamato Molgura, il quale in inverno tracima per l'abbondanza di acque". Si dice che la chiesa di Monticello non ha un campanile, ma possiede una campana tra due pilastrini e al suo interno vi sono due sepolcri.

S. Rocco alla Canova:la chiesina di S. Rocco si trova alle spalle del municipio ed è un vero gioiellino tardobarocco. Fu edificata verso la metà del Settecento dalla famiglia Fumagalli che risiedeva nella corte signorile retrostante.

FRAZIONI

Mondonico Registrato agli atti del 1751 come un villaggio milanese di 150 abitanti, pochi anni dopo incorporò le frazioni di Porchera, Olchiellera, Borlengo e Vallicelli per un totale di 625 anime, e alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 risultava avere 785 residenti. Nel 1809 il governo di Napoleone allargò il municipio incorporandogli Olgiate, ma gli austriaci annullarono poi il provvedimento. L'abitato crebbe poi discretamente, tanto che nel 1853 risultò essere popolato da 824 anime, salite a 960 nel 1871. L'inizio del XX secolo vide la località crescere ancora, registrando 1 412 residenti nel 1921. Fu il fascismo a decidere la soppressione del municipio, annettendolo a Olgiate Molgora.

Beolco, Borlengo, Buttero, Canova, Monastirolo,  Monticello, Olcellera, Olgiate Vecchio, Pianezzo, Pilata, Porchera, Regondino, San Zeno, Vallicelli, Valmara

STORIA

Il toponimo Olgiate deriverebbe del celtico olca e indicherebbe una zona pianeggiante oggetto di aratura.

L'aggiunta di Molgora, in riferimento all'omonimo torrente che attraversa il territorio, avvenne nel 1863, per distinguersi da Olgiate Comasco e Olgiate Olona.

Il territorio olgiatese fu abitato fin dai tempi più remoti. Ancora oggi sono conservate diverse testimonianze romane ed altomedievali, la maggior parte delle quali si trovano a Beolco. Questa frazione custodisce una bella ara romana di epoca ignota e, nella chiesa di S. Pietro risalente all'XI-XII secolo, la celebre lapide funeraria di Aldo e Grauso, nobili longobardi qui sepolti verso il 700 e ricordati da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum. Beolco fu uno dei principali centri altomedievali della Brianza, tanto da dare i natali a Ferlinda, moglie dell'ultimo conte di Lecco, morto nel 975, e divenne sede di un canonicato privato, fondato forse dalla stessa Ferlinda, morta senza eredi diretti. Altri centri antichi sono Pianezzo e Porchera (Vicus Porcarius in un documento del 960) entrambi di origini romane, Olgiate vecchio (attuale villa Sommi Picenardi) e Borlengo (presso S. Zeno), nuclei di probabile origine longobarda o franca. Uno sviluppo agricolo della zona fu promosso dalla regina longobarda Teodolinda, la quale avviò una bonifica di una zona paludosa che, a causa dello straripamento dell'Adda, si veniva a formare tra Beolco e Casternago. A tal fine, le sponde dell'Adda alla convergenza dei colli di Monte e Buonmartino vennero sbancate, provocando un allargamento dell'alveo che permise di evitare l'allagamento delle terre.[6].

La ricchezza della storia di Olgiate Molgora si riflette nell'alto numero di frazioni e cascine sparse nell'intero territorio comunale. Molti di questi nuclei hanno avuto una storia ed uno sviluppo urbanistico peculiari. Per esempio, nel basso medioevo si svilupparono centri abitati come Mondonico o Olcellera, con funzione di colonizzazione agraria dei territori acquitrinosi. Alcuni insediamenti furono fondati o sviluppati da monasteri importanti; Porchera, infeudata all'abbazia di San Pietro al Monte di Civate, e ancora Olcellera, soggetta al monastero di San Dionigi di Milano per via di una donazione da parte dell'arcivescovo Ariberto da Intimiano (cessione suggellata da Corrado II in un documento datato 23 marzo 1026). Altri nuclei abitati piuttosto consistenti, come Canova e Pilata, furono edificati da contadini emigrati dai vicini nuclei di Beolco e Olgiate, allora residenze di nobili o ecclesiastici quali i Vimercati, i Calchi o i Cittadini, mentre il nucleo di Monticello sembra essere stato fondato da famiglie provenienti dal Monte di Brianza e dalla Valletta di Hoè.

Una rivolta capeggiata da Giovanni da Cicognola contro i feudatari del luogo fu repressa nel sangue: chi non morì durante gli scontri fu messo al rogo davanti al monastero di Santa Maria Hoe o lasciato morire di stenti nelle prigioni del castello di Viganò.

Dagli Statuti delle strade milanesi del 1345 emerge che i nuclei autonomi più importanti erano Beolco, Porchera, Olgiate e Mondonico, accanto ai centri minori di Pianezzo e Monticello. Nel corso dei secoli Olgiate, Pianezzo, Porchera, Mondonico, Olcellera e Borlengo divennero comuni autonomi, ai quali nel XVII secolo si aggiunse Valicelli, piccola cascina nei pressi di S. Zeno. Sembra, inoltre, che le frazioni di Monticello, Brugo, Buonmartino, Pilata, Stalli e Beolco abbiamo vissuto una breve stagione di autonomia amministrativa tra il Quattrocento e il Cinquecento. Gli austriaci fusero tutte queste entità autonome in due comuni (Olgiate e Mondonico).

Al tempo di Francesco Sforza, la zona dell'olgiatese costituì un feudo dei Del Corno. Con l'unione, da parte di Gian Galeazzo Maria Sforza, delle pievi di Brivio, Missaglia, Oggiono e Garlate nel cosiddetto "Feudo delle Quattro Pievi", nel 1491 il territorio fu infeudato da Bartolomeo Calco.

Nel 1646 Olgiate ottenne il riscatto dall'infeudazione.

Nel 1863, dopo l'Unità d'Italia, il comune di Olgiate assunse la denominazione di Olgiate Molgora, per distinguersi da altre località omonime.

Nel 1927 furono aggregati a Olgiate Molgora i comuni di Calco e Mondonico; in conseguenza di ciò, l'anno successivo il comune di Olgiate Molgora mutò la propria denominazione in Olgiate Calco.

Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1953, venne ricostituito il comune di Calco, e Olgiate Calco recuperò la denominazione di Olgiate Molgora.

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