Il percorso devozionale si conclude ad oltre 800 metri di altezza nell'abitato di Santa Maria del Monte. Qui spicca il santuario, sorto su una chiesetta di remote origini e realizzato dal 1472 su disegno di Bartolomeo Gadio. Il prezioso interno dell'edificio conserva affreschi di Giovan Mauro della Rovere e Antonio Busca. La chiesa, meta del pellegrinaggio, risale al Medioevo e conserva, sotto il presbiterio, una cripta romanica databile intorno all'XI secolo. L'interno è d'impianto barocco, e le navate sono opera di Giovanni Battista della Rovere, del comasco Giovanni Paolo Ghianda, nonché dei fratelli Giovanni Battista e Giovanni Francesco Lampugnani, questi ultimi autori di alcuni affreschi alla XII cappella e nella chiesa dell'Immacolata Concezione, posta a inizio della via Sacra.
Oltre al campanile del santuario, ideato da Giuseppe Bernascone nel 1599, rilevante è la fontana del Mosè, costruita per rendere esecutiva una deliberazione assunta dall'Amministrazione del Santuario nel 1803. Posta al termine del percorso devozionale, la fontana - ideata dall'architetto Francesco Maria Argenti di Viggiù e dallo scultore ravennate Gaetano Monti - è formata da un prospetto neoclassico impostato su un alto basamento a bugne regolari. Terminata nel 1834 non fu mai completata mancando due statue in posizione seduta ai lati del piedistallo e quattro sulla balaustra in corrispondenza delle colonne. Il monumento ha alla base una vasca che riceve acqua sorgiva da una testa leonina. Dal 2010 si svolge la rassegna "Tra Sacro e Sacro Monte", festival teatrale voluto dalla fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese.
Il Museo Baroffio e del Sacro Monte riaperto nel 2001 dopo una chiusura decennale, fu inaugurato nel 1936 dal card. Ildefonso Schuster con il lascito del barone Giuseppe Baroffio dall'Aglio (1859-1929). Tra le numerose opere conservate spiccano dipinti di Camillo Procaccini, Bartolomeo Schedoni, Pietro Antonio Magatti, nonché lavori di maestri del XX secolo quali Aldo Carpi, Aligi Sassu e Renato Guttuso, conservati in una sezione di arte sacra contemporanea voluta da mons. Pasquale Macchi.
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