La posizione favorevole alla vita umana di Montichiari ha attratto, sin dal paleolitico, gruppi di nomadi come testimoniato da alcuni ritrovamenti di strumenti litici presso monte Rotondo (uno dei sei colli di Montichiari) risalenti a circa 200 000 anni fa.
In seguito al termine della glaciazione di Wurm e al progressivo aumento della temperatura media globale, inizia a diffondersi tra gli uomini la vita sedentaria, ancora di sussistenza, presso luoghi fertili e facilmente coltivabili (come le pianure) e con un abbondante presenza di acqua (come nei pressi di fiumi o laghi). La Bassa Bresciana, compreso il territorio monteclarense, fu sempre luogo di migrazioni e di nuovi stanziamenti umani (metà V millennio a.C.).
Ancora prima dell'influenza celtica o romana, a Montichiari (in particolare sul monte Rotondo e nella parte nord del colle san Pancrazio) il Gruppo Archeologico Monteclarense (GAM) ha rinvenuto oggetti in bronzo, falci e asce (1877), e frammenti di oggetti fittili di possibile influenza terramaricola (1878). Il rinvenimento, nel 1932, di un'ascia in bronzo nel letto del fiume Chiese ha dato un'ulteriore conferma la presenza di un importante insediamento umano della tarda età del bronzo (XIV-XIII secolo a.C.) all'incirca situato presso l'attuale parco del castello Bonoris.
La sopravvivenza di questo macro-insediamento si situa probabilmente fino alla conquista celtica della pianura Padana posta, dagli storici romani, nel 388 a.C. Questo popolo entra presto in contatto con gli Etruschi, con cui instaurano un intenso scambio commerciale ed, inevitabilmente, anche una reciproca influenza culturale: i ritrovamenti di questo periodo nei comuni limitrofi a Montichiari (Castiglione delle Stiviere e Calvisano) variano da reperti celtici (spesso tombe e corredi funerari) ad etruschi (per lo più vasellame).
La dominazione celtica fu però breve; già dal III secolo a.C. i Romani si interessarono ad acquisire nuovi domini nel nord con la fondazione di colonie prima di carattere militare e poi anche di carattere economico (nel tentativo di distribuire terreni ai nullatenenti che, con la conquista della penisola italiana, erano notevolmente aumentati).
Nel 493 d.C. gli Ostrogoti di Teodorico conquistarono la penisola italiana. Della dominazione dei goti (e poi dei bizantini, che riuscirono a riconquistare la penisola fino al 568) non restano prove tangibili se non una lapide funeraria che sarebbe una conferma della presenza di un centro abitato.
Agli inizi di aprile del 568 (dopo varie altre incursioni), l'intero popolo dei Longobardi sconfisse i bizantini e migrò in più parti della penisola italiana. Lo storico dei Longobardi, Paolo Diacono (VIII secolo), scrive nella sua Historia Langobardorum che nel bresciano si stabilì un gran numero di longobardi del ceto nobiliare. La sua affermazione trova riscontro in molte città bresciane: numerosi infatti sono i centri abitati, durante il periodo longobardo (569-774), tra i quali figura Montichiari. Anche se non si hanno documenti scritti di un centro abitato (Paolo Diacono non fa menzione di Montichiari), dal 1998 alcuni scavi, presso una necropoli longobarda sul monte San Zeno, hanno rinvenuto oltre 300 tombe. Un'altra parziale conferma si può trovare in ambito linguistico: parole tipicamente della bassa bresciana (alcune passate poi nel vocabolario italiano) hanno un'origine longobarda.
Nel 1237 il comune fu assediato per due mesi dall'imperatore Federico II e nel 1260 fu messo a ferro e fuoco dal conte di Fiandra. Nel 1357, il conte Lando, con Ugolino Gonzaga e le forze della lega antiviscontea, giunsero nel territorio di Brescia per distogliere le genti di Bernabò Visconti dalle operazioni militari contro Mantova. Presso Montichiari si scontrarono con un grosso contingente visconteo che presidiava il ponte sul Chiese e lo sconfissero, catturando il comandante visconteo. Diversi furono i conflitti che si susseguirono fino al 1426, quando la Serenissima Repubblica Veneta si insediò in queste terre sino al 1797.
Importante è stata anche la presenza di Napoleone Bonaparte a villa Monti-Prignacca di Borgosotto, dal 29 luglio al 1º agosto 1796. A Montichiari Napoleone, nel territorio della brughiera posta a nord-ovest del centro abitato, dopo vari sopralluoghi e indagini, fece edificare, a partire dal 1º marzo 1807, un'importante caserma militare che ricopriva l'estensione di circa un chilometro quadrato, ora completamente distrutta.
La città di Montichiari si fece in seguito onore durante le battaglie di Solferino e San Martino per la costante opera di assistenza ai feriti prestata da tutta la popolazione.
FRAZIONI
Breda Caterina, Bredazzane, Campagnoli Mattina, Campagnoli Sera, Carotte, Casuccio, Colombara Orlandini, Contrada Marcella, Contrada Bellandi, Dosso, Dugali di Sotto, Fascia d'Oro, Livellazzo, Luogo Nuovo, Madonnina, Novagli, Novagli Campagna, Novagli Sera, Parma, Pisetti, Polonini, Pozzo Cavato, Premoli, Ro, Sacca, San Giorgio, Sant'Antonio, Santa Cristina, Santellone, Santa Giustina, San Bernardino, Teotti, Terminoni, Trainini, Trivellini.
MONUMENTI E LUOPGHI DI INTERESSE
Palazzo Monti della Pieve Location per eventi
Palazzo Pilati Location per eventi, Luxury B&B
castello Bonoris Museo
Pinacoteca Antonio e Laura Pasinetti
allestita all’interno dell’elegante palazzo neoclassico del vecchio ospedale cittadino, già sede nel XVI secolo della Chiesa di San Rocco e dal 2007 ospitante anche la Biblioteca Treccani, sorta nel 1966. L’esposizione nasce dalla decisione di Laura Pasinetti, nipote dell’artista, di donare alla Città di Montichiari nell’aprile del 2006 il patrimonio famigliare di oltre quattrocento opere tra dipinti, bozzetti, lettere, incisioni e disegni. INGRESSO GRATUITO Lunedì 14.00-19.30 - Martedì 14.00/18.30 - Mercoledì 9.00-12.30/14.00-18.30 - Giovedì 14.00-18.30 - Venerdì 9.00-12.30/14.00-18.30 - Sabato 9.00-12.00/14.00-18.30
Teatro Sociale Gaetano Bonoris
In Piazza Teatro spicca la facciata del grazioso Teatro Bonoris. Nel 1774 si apriva la nuova sala teatrale. La costruzione fu portata a termine nel 1890.
Museo demologico Giacomo Bergomi
Raccoglie circa seimila reperti della tradizione provenienti dalle valli alpine bresciane Val Trompia, Val Sabbia e Val Camonica e dalla pianura, raccolti dall'artista in circa trent'anni. Documenta ogni aspetto del mondo agrario locale connesso alla lavorazione dei campi, all'allevamento del bestiame, all'artigianato e a quelli connessi alle varie fasi della vita umana.
Ogni reperto è catalogato e collegato al nome dialettale dell'oggetto.
Il museo si compone di due sale: permanente, che comprende le fasi del ciclo della vita dell'uomo e dell’anno; la seconda, temporanea, è destinata ad accogliere mostre tematiche a rotazione. Il museo è dotato di un’area riservata alle attività didattiche, di una sala proiezioni e di una sala consultazione dotata di postazioni informatiche e di una biblioteca-mediateca.
Museo storico del Risorgimento Agostino Bianchi
Fu inaugurato il 21 maggio 1934 per volontà di Mario Baratti e allestito nuovamente nel 1944. Importante il lavoro di conservazione intrapreso successivamente dal Maestro Agostino Bianchi. Nel giugno 1978, passato in proprietà al Comune, furono avviati i lavori di ristrutturazione per riadattarne la struttura unitamente all'ampliamento e al riordino delle collezioni; fu nuovamente inaugurato il 4 novembre 1983. Il museo è situato all'interno dell'ex coro della chiesa di Santa Maria del Suffragio e raccoglie, in un percorso cronologico, testimonianze scritte, armi, bandiere, fotografie e cimeli storico-militari attraverso le grandi battaglie: dalla battaglia di Castiglione (1796) alle guerre mondiali del Novecento, passando per il Risorgimento italiano. .
Fra le collezioni, si ricordano: il bullone del motore dell'aereo di Francesco Baracca, recuperato sul Montello laddove precipitò nel giugno 1918; statuti e bandiere delle Società di mutuo soccorso; cinque stereoscopi dotati di sessanta diapositive ciascuno, concernenti il primo conflitto mondiale; la tuta di volo indossata da Arturo Mercanti nel 1929 allorquando, con i piloti Umberto Maddalena e Stefano Cagna, prese parte alle ricerche dei naufraghi del dirigibile Italia. Piazza Teatro, 16
museo Lechi
Inaugurato nel 2012, è allestito nel Palazzo Tabarino a seguito delle donazioni al Comune di Montichiari da parte di due illustri conti e mecenati, il notaio Luigi Lechi (1926-2010) e l'ingegner Piero Lechi (1930-2013), discendenti della nobile famiglia Lechi di Brescia, riguardanti alcune centinaia di opere d'arte costituite da dipinti (tra cui tele di scuola lombarda dal Cinquecento al Settecento), disegni, stampe, porcellane e una biblioteca di circa 1500 volumi di argomento storico-artistico. Corso Martiri della Libertà, 33. APERTURA con ingresso a pagamento: dal mercoledì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 18; domenica dalle 15 alle 19. Infoline: 030/9650455 -
duomo di Santa Maria Assunta
È la chiesa più importante della città e una delle più maestose in provincia in quanto a dimensioni, materiali, architettura e patrimonio artistico, in parte ricollocato dall'edificio religioso precedente. In particolare, la chiesa conserva un altare dei Corbarelli, uno dei Carra, sculture dei Calegari, una tela del Romanino e la cosiddetta "Croce dei Fogliata", preziosa croce astile quattrocentesca.
Nel 1963 il duomo di Montichiari è stato insignito del titolo di basilica minore.
pieve di San Pancrazio
è un edificio religioso che sorge sopra l'omonimo colle nel comune di Montichiari. Come tutte le chiese del XII secolo, l'edificio è orientato verso est. La muratura è formata da conci squadrati di pietra calcarea bianca ricavata dalle cave di Mazzano e Virle in provincia di Brescia.
Santuario Rosa Mistica - Madre della Chiesa
in località Fontanelle, sulla strada che da Montichiari porta a Carpenedolo. Fu costituito come luogo sacro il 17 aprile 1966, anno in cui la veggente Pierina Gilli sarebbe stata condotta lì dalla Madonna.
Palazzo Mazzucchelli
Edificato nel XVI secolo, venne riadattato nelle forme attuali nel XVIII secolo a casa di campagna della famiglia Mazzucchelli.
Nel palazzo soggiornò due volte il re Umberto I di Savoia durante le sue manovre militari, la prima nel 1878 e la seconda nel 1890.
Maria Luigia, moglie di Napoleone Bonaparte, fu ospitata nel 1836 in questo palazzo.
Il 22 giugno 1859 Napoleone III stabilì qui il suo quartier generale e incontrò Vittorio Emanuele II per definire la strategia militare alla vigilia della battaglia di Solferino e San Martino.
In una sala interna sono stati ritrovati alcuni affreschi realizzati dal Romanino o dalla sua scuola.
TRADIZIONI E FOLCLORE
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