Il paese di Carpiano e di Arcagnago e Zunico (questi ultimi fino al 1862) facevano parte del distretto V della Provincia di Milano o di Marignano. Tale distretto aveva una superficie di 138 000 pertiche e circa 1600 abitanti (nel 1855).
Nell'XI secolo Carpiano era soggetta a un certo cavalier Hunger, abitante di Milano
Nel XIV-XV secolo venne realizzata la Chiesa di San Martino Vescovo; era sotto la giurisprudenza della Pieve di San Giuliano e vi rimase fino al 1442, quando il Cardinale Gerardo Landriani (rappresentante del Papa Eugenio IV nel Ducato di Milano) con una bolla fece erigere a prepositura la chiesa di San Giovanni in Melegnano.
Nel 1300 Carpiano era uno dei feudi della famiglia Pusterla di Milano, giustiziata interamente dai Visconti in seguito ad una sentenza emessa per una fallita congiura. I possedimenti, tra cui il Castello di Carpiano, andarono, nel 1395, a Gian Galeazzo Visconti, Duca di Milano, Conte di Pavia e Duca di Lombardia.
I possedimenti di Carpiano furono assegnati dal duca di Milano nel 1396 ai Padri della Certosa di Pavia, insieme ad aziende funzionanti attorno ad un nucleo abitativo consistente. Con l'arrivo dei Certosini, il paese di Carpiano muta il suo volto, divenendo una grangia, ovvero un podere di proprietà della Certosa di Pavia che ospitava sul territorio di Carpiano una casa monastica. La Grangia Castello, così era chiamata, era anche il centro di tutta l'attività rurale del paese, essendo adibita a cascina con la stessa tipologia a corte ricorrente nell'architettura rurale della zona. I Certosini bonificarono queste terre rendendole fertili grazie a nuove tecniche irrigue e al miglioramento del sistema d'irrigazione. Introdussero la tecnica delle marcite.
Nel 1518 venne fondata la parrocchia di S.Martino che appartenne ai reverendi padri della Certosa di Pavia. La chiesa di San Martino, la grangia e i terreni annessi, rimasero sotto l'autorità della Certosa di Pavia fino al 1784, anno in cui l'Imperatore Giuseppe II d'Austria soppresse gli ordini monastici. I vasti territori dei conventi ed il castello andarono al barone Giovanni Alessandro Brambilla, parte di questi, in seguito, all'Ospedale Maggiore e successivamente affittati a diversi esponenti della bassa milanese.
Nel 1575 circa e nel 1630 Carpiano venne colpita dalla peste come tutta la zona, e subì saccheggi, distruzioni ed omicidi al passaggio dei Lanzichenecchi.
Nel 1746 iniziò la dominazione austriaca, che vi istituì una nuova amministrazione dividendo la zona in diverse pievi civili. Questo per la stesura di una guida agli effetti fiscali detto "Catasto".
Nel 1836 Carpiano non sfuggì all'epidemia di colera che colpì quasi tutta la Lombardia (è di questi anni la presunta costruzione del Lazzaretto di Carpiano). Nel 1849 ritornò ancora il colera, nel 1859 iniziò la guerra, nel 1865 ritornò ancora il colera e nel 1872 il vaiolo. In pochi decenni ci furono migliaia di decessi.
Nel 1859 Carpiano entrò nella storia grazie alla II Guerra d'Indipendenza, tra Austriaci e le truppe Franco-Piemontesi, quando le truppe francesi si accamparono sul suo territorio.
L'economia della zona è sempre stata legata all'agricoltura; per questo al governo del paese si succedettero per lo più esponenti del mondo imprenditoriale agricolo. Il maggior esponente fu l'Ing. Cav. Carlo Stabilini rimasto al governo cittadino, come podestà, dal 1874 fino al 1933, anno in cui morì. In questi anni in memoria del suo vice presidente Sen. Avv. Angelo Valvassori Peroni, la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, fece erigere l'Asilo Infantile nel 1932, affidato all'ordine delle Suore di SS.Maria Consolatrice fino agli anni ottanta.
Durante la II Guerra Mondiale il paese fu occupato dai tedeschi che utilizzarono come base e come prigione il palazzo comunale, fatto erigere negli anni trenta. Nel 1935 viene installata la linea telefonica. Il primo sindaco del dopoguerra fu Giovanni Curti, è di questo periodo l'asfaltatura delle strade del paese.
Il successore fu Mario Bruschi che rimase sindaco fino al 1980. Nel 1955 viene portata la corrente elettrica nelle cascine. E di questi anni la realizzazione del campo sportivo comunale e la nascita della società calcistica A.S. Carpianese. Negli anni'80 viene sistemato e ampliato il Parco delle Rimembranze (oggi eliminato) a ricordo delle vittime carpianesi dei due conflitti mondiali e il nuovo asilo comunale, oggi centro civico. Dal 1980 al 1995 il sindaco di Carpiano fu Marino Bianchi, dal 1995 al 1999 Danilo Lorini, dal 1999 al 2004 Maria Rosa Abbatinali, dal 2004 al 2014 Francesco Ronchi, dal 2014 Paolo Branca.
Nel 1995 venne realizzata la palestra accanto al campo sportivo formando un grande centro sportivo raggruppante campo da calcio con relative attrezzature (campo allenamento, spogliatoi, tribuna e magazzini), palestra con relativi spogliatoi, campi di tennis, campo da calcio a cinque, campo da basket e il rettilineo da 100m della pista di atletica.
Ancora oggi l'economia del paese è legata all'attività agricola, tantissime cascine svolgono ancora la loro funzione. Negli ultimi anni sono sorte numerose industrie anche molto importanti con una conseguente aumento della popolazione arrivando ad avere i 3.145 abitanti odierni.
Non si può parlare della storia di Carpiano senza parlare delle sue cascine. Sono antichi complessi architettonici che nei secoli hanno testimoniato la vocazione agricola di questo territorio, la fertile piana irrigua che tanto ha contribuito a fare della nostra provincia una delle più ricche della nazione e dell'intero continente. Sono luoghi con affascinanti storie da raccontare, dal lavoro delle mondine ai tesori artistici scampati alle razzie dell'ultimo conflitto, come successe nella cascina di Zunico, dalla passione per i cavalli dei Moyersoen, dalla grande generosità delle mucche da latte, tra le più produttive della Pianura Padana.
Tutte le cascine di Carpiano, come le cascine della zona, hanno una disposizione a corte in cui gli edifici si trovano lungo il perimetro del podere attorno alla corte centrale o aia. Nelle cascine a corte si trovano la casa del fattore (situata al centro in modo tale da controllare facilmente l'entrata e si trova vicino alle stalle e ai magazzini), le abitazioni dei salariati (tutte uniformi, prive di comodità ma con orti e pollai privati, suddivisi in Salariati fissi e avventizi), le stalle e le scuderie (poste sui lati del cortile principale), i pollai e i porcili (situati nel cortile dei salariati e ai lati del cortile), le aie (situate o nel centro del cortile principale o comprese in una nuova corte laterale), gli accessi carrai (disposti uno all'entrata e uno all'uscita verso i campi).
Negli ultimi vent'anni la cascina ha subito profonde modifiche dovute al processo di motorizzazione che ha portato uno sviluppo della meccanizzazione, dell'ampliamento delle stalle e ai miglioramenti alle case. Col passare degli anni la manodopera dei salariati ha abbandonato la campagna trasformando la cascina da un nucleo residenziale e produttivo ad un nucleo esclusivamente produttivo. Le abitazioni dei salariati vennero così abbandonate o adibite a magazzini o ad essiccatoio. La stalla rimane nella vecchia sede o se ricostruita ampliandola è decentrata fuori dalla corte.
Cascina Arcagnago
Arcagnago è una località di antica origine, da sempre legata al territorio milanese. La comunità apparteneva alla Pieve di San Giuliano, e confinava con Carpiano a nord e ad est, Landriano e Siziano a sud, e Locate Triulzi ad ovest. Al censimento del 1751 la località fece registrare 100 residenti.
In età napoleonica, nel 1805, la popolazione era salita a 195 unità, e nel 1809 la località visse la sua prima esperienza di annessione al Comune di Carpiano sulla base di un decreto reale, anche se in seguito all'istituzione del Regno Lombardo-Veneto tale unificazione venne annullata. Una discreta crescita demografica portò poi nel 1853 a conteggiare 238 residenti.
Il Comune di Arcagnago passò poi come tale sotto il nuovo governo italiano, ma subito fu presentata la proposta di riproporre l'antico modello napoleonico considerato più razionale. Il relativo progetto di legge fu approvato dal parlamento italiano e sanzionato dal re il 20 febbraio 1862, anche se la sua attuazione sulla Gazzetta Ufficiale fu posticipata fino all'11 dicembre per non frazionare il bilancio, divenendo effettiva dal 1º gennaio 1863.
Cascina Zunico
Zunico è una piccola località di antica origine, da sempre legata al territorio milanese. La comunità apparteneva alla Pieve di San Giuliano, e confinava con Videserto e Viboldone a nord, Mezzano ad est, Carpiano a sud, e Locate Triulzi ad ovest. Al censimento del 1751 la località fece registrare 120 residenti.
In età napoleonica, nel 1805, la popolazione era salita a 339 unità, e ancor più se ne conteggiarono 527 nel 1809 dopo aver incorporato Videserto. Nel 1811 la località visse poi la sua prima esperienza di annessione al Comune di Carpiano sulla base di un decreto reale, anche se in seguito all'istituzione del Regno Lombardo-Veneto tale unificazione venne annullata. Una discreta crescita demografica portò poi nel 1853 a conteggiare 418 residenti.
Il Comune di Zunico passò poi come tale sotto il nuovo governo italiano, ma subito fu presentata la proposta di riproporre l'antico modello napoleonico considerato più razionale. Il relativo progetto di legge fu approvato dal parlamento italiano e sanzionato dal re il 20 febbraio 1862, anche se la sua attuazione sulla Gazzetta Ufficiale fu posticipata fino all'11 dicembre per non frazionare il bilancio, divenendo effettiva dal 1º gennaio 1863.
Le cascine di Carpiano sono, oltre alle già citate Arcagnago, Zunico, Castello, anche Belvedere, Bruciata, Calnago, Faino, Liberia, Longora, Ca'Matta, Muraglia, Cascina Nuova, Ortigherio e Poiago, ancora tutte funzionanti, a cui si aggiungevano in passato anche le cascine di Francolino, Maiano (inglobata poi con Francolino), Molino Beolchina, Torchio e Cozzolano oggi scomparse, ma ancora visibili alcuni ruderi o edifici.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
La chiesa dedicata a San Martino Vescovo
La storia del Castello di Carpiano
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